Fra petrolio e coronavirus

Le scelte politiche dei nostri governanti, soprattutto in questi ultimi anni, sono state sempre più condizionate dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti. Questi Paesi a volte hanno imposto misure e parametri da rispettare che non sempre coincidevano con degli effettivi benefici per l’Italia.

I ministri italiani spesso non riescono a realizzare una politica estera, economica ed energetica credibile, perché le decisioni prese dal Governo in ambito internazionale sembrano un atto dovuto, per uniformarsi a direttive di altri stati; tali scelte di azione si rivelano sovente controproducenti per gli interessi dell’Italia.

Gli ultimi avvenimenti relativi all’uccisione del Generale iraniano Soleimani, sembrano infatti dimostrare come la “destabilizzazione” dell’area del Golfo Persico avvenga quasi simultaneamente ai vantaggi che la potenza statunitense riesce a trarne.

Gli Stati Uniti non solo hanno raggiunto l’autosufficienza energetica grazie al petrolio, ma ne sono addirittura divenuti esportatori. L’assassinio dell’alto comandante iraniano è accaduto in un momento in cui si sarebbe dovuta siglare una tregua tra Iran ed Arabia Saudita, al fine di favorire le esportazioni dell’importante materia prima.

Questa strategica area del Medio-Oriente sarebbe inoltre potuta essere motivo per un valido e vantaggioso accordo con l’azienda italiana Eni, proprio per lo sfruttamento dei ricchi giacimenti di petrolio; purtroppo tale scelta strategica non era vista di buon occhio dai nostri “partner” occidentali, così come gli investimenti nel nostro paese da parte della Russia di Putin e, pertanto, l’Italia ha deciso in favore della rinuncia ai commerci in quell’area.

Una parte dei giornalisti italiani, ad esempio il direttore del popolare quotidiano La Stampa , Maurizio Molinari, sembra vedere di buon grado il potere di deterrenza militare degli Stati Uniti nella zona del Medio Oriente. Per molto tempo gli Stati Uniti, essendo l’unica grande potenza mondiale, hanno ripetutamente adottato questa politica di potere.

Una delle poche sfide che il nostro Paese aveva lanciato all’egemonia americana era stato l’accordo con la Cina chiamato “la via della seta”, per ottenere una parte di rilievo per quanto riguarda l’import-export con il colosso orientale dell’economia, che stava tentando di trasformare la superiorità economica in supremazia politica. Il progetto prese forma prima degli ultimi accadimenti, che stanno sconvolgendo l’Italia ed il mondo intero a causa del diffondersi dell’epidemia di Coronavirus.

Anche in questi tristi e angoscianti frangenti, dovuti al precipitare degli eventi che ci stanno coinvolgendo tutti quanti, assistiamo a “prove di forza” continuamente riproposte dagli Stati Uniti, come dalla Cina: è recente la notizia di un’azienda americana in grado di produrre il vaccino per l’ormai dilagante pandemia. Sarà patrimonio dell’Umanità intera o servirà ad arricchire le solite multinazionali?