Quando ho saputo che avrei potuto scrivere un articolo per il giornale della scuola mi è subito sembrata un’esperienza interessante con cui avrei potuto dar voce ai miei pensieri e lasciar spazio alla creatività; nonostante ciò, però, man mano che il tempo passava, quello che mi era inizialmente sembrato un compito facile e immediato si è rivelato sempre più complesso, tanto da scoraggiarmi e farmi quasi decidere di abbandonare l’impresa.
Quello che davvero mi impediva di cimentarmi in un qualsiasi lavoro era il seguente interrogativo: di che cosa scrivo?
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L’agenda 2030 rappresenta il tentativo più elevato, a livello mondiale, di superare le ingiustizie, le disuguaglianze e le separazioni dell’Umanità, creando un modello di sviluppo economico condiviso, sostenibile e attento all’ambiente.
Firmata il 25 settembre del 2015 da 193 Paesi delle Nazioni Unite, inclusa l'Italia, questo documento delinea una strategia da oggi al 2030 per la risoluzione di problematiche che trascendono dai confini nazionali, per questo implica il coinvolgimento di governi in grado di occuparsi di bene comune, risorse naturali limitate, prosperità.
È composta da 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile e rappresenta la naturale evoluzione dei precedenti Millennium Development Goals, di 169 obiettivi che definiscono i risultati cui bisogna tendere per attuare un percorso di sviluppo sostenibile, attraverso una decisa mutazione dell'attuale modello di crescita, organizzazione e equilibrio mondiale.
Fair Play è gioco leale, Fair Play è promuovere i veri valori dello sport, non è solo rispettare le regole, è incentivare i valori della vita e nel mondo dello sport, imparare sin da piccoli cosa significa far parte di una squadra, cosa significa rispettare il prossimo e se stessi. Il Fair Play ci insegna e ci abitua a perdere, è un modo di pensare allo sport come un'occasione di partecipazione e assunzione delle responsabilità,
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Il massacro di Hitler ha lasciato il segno nella storia, è stato l’apice
della violenza umana, poi sono arrivate le bombe atomiche su Hiroshima
e Nagasaki, che hanno causato la morte di circa 200.000 civili, Belgrado
(1999 - 78 giorni di raid aerei, 2500 morti e 12.000 feriti) e gli eccidi in
Iraq, Siria, Cecenia, Kurdistan… Infine, l'Ucraina.
La Storia si ripete, fra eccidi e retorica: "Per oltre trent'anni
- scrive Gino Strada - ho letto e ascoltato bugie sulla guerra.
Che la motivazione, o più spesso la scusa, per una guerra fosse
sconfiggere il terrorismo o rimuovere un dittatore, oppure portare
libertà e democrazia, sempre me la trovavo davanti nella sua unica
verità: le vittime.
(La guerra piace a chi non la conosce, da Una persona alla volta, Feltrinelli, Milano, 2022)
Fin dalle origini l’uomo ha sempre cercato risposte ai propri interrogativi semplicemente alzando lo sguardo al cielo, immobile teatro di albe e tramonti, musa ispiratrice dei naviganti di mare e di spirito. Corpi celesti e fenomeni astronomici costituiscono la cornice della vita terrestre, da sempre analizzata con tecnologie e calcoli di crescente complessità e innovazione.
Quella stessa volta celeste accoglie ogni decennio fenomeni tanto incantevoli quanto enigmatici, le eclissi. Nella notte fra il 15 e il 16 maggio si è verificata una eclissi di Luna totale, visibile dall’Italia nella sua fase iniziale, sebbene la fase di massima oscurità sia avvenuta intorno alle 6 e 11 (ore italiane) quando il nostro satellite era già tramontato.
È ancora possibile la poesia oggi?
Nel mondo della fretta, della tecnologia che accompagna ogni attimo della giornata, in un ambiente sempre più interconnesso, globale, in questo accelerarsi continuo dei ritmi di vita, dove può collocarsi la poesia?
C'è un posto per qualcosa di così astratto e poco immediato nel mondo moderno che si basa largamente sulle cose materiali e istantanee?
La poesia è l'antica arte che esprime la comunicazione attraverso suoni, parole, melodie, c'è ancora spazio per essa, per i tempi lenti, gli spazi che si tramutano in profondi silenzi, le parole soppesate ad una ad una, l’ambiguità e le sensazioni che trasporta?
Il nuovo anno scolastico che avete cominciato (per chi scrive è ormai “anno accademico”, ma fidatevi quando vi dico che mi sento ancora vicino all'ambiente liceale) sarà probabilmente quello in cui inizierete a vedere alcune giornate di sole, dopo 2 anni di nuvole dense e scure. La scuola viaggia ancora con tutte le sue regole farragginose e le sue ipocrisie (una classe non ha bisogno del Green Pass per entrare in aula, ma se si vuole organizzare un'uscita da qualche parte invece diventa necessario, e si potrebbero fare altri mille esempi), eppure la situazione ha un vantaggio rispetto al passato: il Liceo ha di nuovo i suoi studenti dentro le classi.
Fin dalle origini l’uomo ha sempre cercato risposte ai propri interrogativi semplicemente alzando lo sguardo al cielo, immobile teatro di albe e tramonti, musa ispiratrice dei naviganti di mare e di spirito. Corpi celesti e fenomeni astronomici costituiscono la cornice della vita terrestre, da sempre analizzata con tecnologie e calcoli di crescente complessità e innovazione.
Quella stessa volta celeste accoglie ogni decennio fenomeni tanto incantevoli quanto enigmatici, le eclissi. Nella notte fra il 15 e il 16 maggio si è verificata una eclissi di Luna totale, visibile dall’Italia nella sua fase iniziale, sebbene la fase di massima oscurità sia avvenuta intorno alle 6 e 11 (ore italiane) quando il nostro satellite era già tramontato.
La paura persistente, anormale e ingiustificata, di aghi e spilli è chiamata belonefobia o tripanofobia. È un disturbo abbastanza comune che colpisce, in misura più o meno grave, il 10% della popolazione mondiale. Rende insopportabile l'idea di fare iniezioni prelievi di sangue e tutto ciò che comporti la presenza di un ago.
Questo problema potrebbe trovare una soluzione attraverso un sistema messo a punto negli Stati Uniti presso gli InCube Labs di Rani Therapeutics.
Dopo 8 anni di studi i ricercatori coordinati da Min Imran hanno sviluppato una pillola robot che, dopo essere stata ingerita, esegue l'iniezione quando transita nella parete dell'intestino, dove l'operazione risulta indolore. La pillola, oltre a risolvere i problemi connessi con il dolore e con gli effetti locali di un'iniezione (ematomi, reazioni cutanee ecc.), rende anche più efficace e immediato l'assorbimento del farmaco da parte dell'organismo.
Di solito l'inizio del nuovo anno scolastico segna anche la partenza di un nuovo ciclo, un "ritorno alla normalità" dopo il periodo senza pensieri dell'estate. Inutile dire che quest'anno la normalità ce la potremo solo sognare e il periodo senza pensieri è durato sì e no 2 settimane di sole, per quelli più fortunati (mentre per tutto il resto d'Italia non c'è mai stato un solo minuto di questo 2020 senza preoccupazioni ad ingombrargli la testa).
Nel pieno di questa seconda ondata, il Farò del Mio Peggio si ritrova (come tutta la scuola) a proseguire le sue attività online, compreso l'inizio del suo quindicesimo anno di redazione. Senza troppi giri di parole: questo deve essere l'anno del riscatto per il giornalino. Abbiamo la facoltà di arrivare a centinaia di studenti e di informarli in un periodo di sospensione come quello di oggi. Abbiamo il potere di far sentire la nostra voce e di inventare nuovi modi per raggiungere i ragazzi. Abbiamo il privilegio – forse il dovere – di formare una "comunità del Liceo" attorno al nostro progetto.
A tutti i redattori voglio dire quindi che quest'anno ci sarà da lavorare: non solo gli articoli che restano completamente liberi e che ognuno può costruire come preferisce, sul tema che preferisce, comunicando il messaggio che preferisce; quest'anno ci saranno anche interviste, rubriche, ci sarà attività quotidiana per venire incontro a tutto il Liceo. Le premesse ci sono tutte, ci abbiamo lavorato tutta l'estate apposta per gestire al meglio questo nuovo anno, nonostante gli ostacoli che il 2020 vorrà ancora pararci davanti. Insomma, auguriamoci buon lavoro.
Matteo Barcella
a nome della Direzione della Redazione del FDMP
Marco Camoirano
Giuseppe Orsi
Matteo Rapetto
Alessio Vigneto
Nato nel 2005 nell’ambito del corso Tecnologico ed esteso poi a tutte le classi, il “Farò del mio peggio News” ha cambiato nella sua storia 3 redazioni tecniche, mantenendo la continuità del lavoro ed ottenendo numerosi riconoscimenti tra cui sette nomination al concorso nazionale “Giornalista per un giorno” (Fiuggi 2007), la vittoria al concorso "Il giornale dalla scuola", nell’ambito del Circuito Diregiovani (Roma 2010), organizzato dalla Agenzia di Stampa "Dire" e patrocinato dal MIUR, un diploma di Merito del Secolo XIX (Genova 2010) e dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti (Benevento 2011), tre premi nell’ambito del concorso nazionale “Il miglior giornalino scolastico” (Avellino 2011-2013), un “Premio speciale Presidenza di Alboscuole” (Chianciano Terme 2012), una “menzione speciale per il sarcasmo” al concorso nazionale “Prima Pagina” promosso dal Comune di Modena in collaborazione con l’associazione culturale Progettarte, nell’ambito della VI edizione di BUK-Festival della piccola e media editoria- che si è tenuto il 23 e 24 marzo 2013 presso il Foro Boario di Modena.
Nel momento in cui si ascolta un’affermazione del tipo: “i soldi non fanno la felicità” tutti cominceranno a sbraitare pur di sostenere la propria tesi, quando la decisione più saggia sarebbe quella di tacere. Tuttavia di fronte a noi troveremo due gruppi: coloro che difendono ardentemente i valori che ritengono sani, puri e cioè la vera vita, come l’onestà, l’amore, l’amicizia e così via, e quei poveretti che non hanno nulla di cui vivere se non della speranza di accumulare abbastanza denaro da condurre una vita "degna".
”Denaro immagino” disse Lord Fermor, storcendo la faccia “Siediti, e racconta. I giovani al giorno d’oggi credono che il denaro sia tutto” scrisse Oscar Wilde (“Il ritratto di Dorian Gray”)
Avete mai notato come il corpo femminile sia sempre messo in dubbio per la propria bellezza? Ormai, la maggior parte della pubblicità che ci ritroviamo sui social, in Tv e sulle riviste, è quella riguardante il mercato beauty. Eppure il grado di soddisfazione del proprio corpo (per quanto riguarda donne e adolescenti) è sempre più basso e, ormai, si sta normalizzando un senso di inadeguatezza.
Quando ho saputo che avrei potuto scrivere un articolo per il giornale della scuola mi è subito sembrata un’esperienza interessante con cui avrei potuto dar voce ai miei pensieri e lasciar spazio alla creatività; nonostante ciò, però, man mano che il tempo passava, quello che mi era inizialmente sembrato un compito facile e immediato si è rivelato sempre più complesso, tanto da scoraggiarmi e farmi quasi decidere di abbandonare l’impresa.
Quello che davvero mi impediva di cimentarmi in un qualsiasi lavoro era il seguente interrogativo: di che cosa scrivo?
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Arrivato quasi al termine della mia esperienza da liceale, posso finalmente condividere le mie impressioni e la visione personale che sono riuscito a catturare in questi anni. Oppure posso togliermi qualche sassolino dalla scarpa, se ci volete vedere della malizia. In realtà il mio intento è denunciare a chiare lettere alcuni aspetti della nostra scuola – quella italiana nel suo complesso – e stimolare un cambiamento, quindi non me ne vogliano i vari generali francesi se scriverò un "j'accuse" contro di loro.
Che cosa non va nel nostro sistema? È una domanda sulla quale gli esperti si arrovellano da molto tempo, ma io voglio proporre un approccio molto empirico: guardiamo cosa sta succedendo in questo periodo, senza fare i perbenisti ma analizzando con un po' di lucidità le decisioni prese negli ultimi mesi. La nostra didattica a distanza è cominciata il 24 febbraio 2020; interruzione momentanea delle lezioni prima, videolezioni poi, ci siamo abituati forzatamente a questo nuovo metodo e così abbiamo proseguito (e concluso) l'anno scolastico. Troppo plateale sarebbe stato il fallimento se non fossimo ritornati in presenza a settembre, e così dopo un'estate passata all'insegna della normalità e in barba alla pandemia abbiamo ripreso in presenza, con tutta una serie di regole. Ora, sull'operato del Governo del nostro Paese si possono dire molte cose (non è il caso che mi dilunghi anche in accuse contro di esso in questo articolo), tuttavia di fronte al lavoro della scienza, dei comitati di ricerca e delle statistiche, è difficile controbattere: aprire le scuole in "sicurezza" è possibile. Richiede parecchi sforzi, però.
Difficile è creare una ricetta universale per la felicità, in quanto ognuno è dotato di sensibilità singolare che caratterizza la personalità individuale e coincide con l’io più profondo. Prova ne sia che nella storia della letteratura sono state proposte diverse soluzioni esorcizzanti il “tedio” leopardiano e l’”ultima linea rerum”. Basti pensare al “carpe diem” oraziano, alla luce abbagliante della saggezza epicurea di Lucrezio e alla necessità senecana di investire il tempo dedicandolo a noi stessi, la più alta forma di egoismo. La naturale tensione dell’uomo coincide con l’atteggiamento titanico di Leopardi, volto alla ricerca di un obiettivo. La perdita del “fine” rende la vita arida. Gli adolescenti contemporanei sono figli di una società generata dall’inetto novecentesco, che costituisce la più profonda denuncia del cortocircuito produzione-consumo. Il sentimento dilagante è, quindi, la perdita di senso della vita e l'ansia, incrementata anche a seguito della pandemia. La sterilità delle nuove generazioni e dell’intera società, dovuta alla denaturazione stessa dell’umanità, corrisponde alle conclusioni di Leopardi: non è vivere, ma un puro esistere.
Wikipedia è online da 21 anni, è un’enciclopedia sostenuta e ospitata dalla Wikimedia Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro americana. Il logo è una sfera quasi completa costruita con pezzi di puzzle che riportano caratteri di vari alfabeti alludendo chiaramente alla volontà di costruire una conoscenza universale fruibile a livello mondiale.
Jimmy Wales l’ha definita “uno sforzo per creare e distribuire un’enciclopedia libera della più alta qualità possibile a ogni singola persona sul pianeta nella sua propria lingua”.
La tecnologia di comunicazione universalmente denominata Internet è l’evoluzione di Arpanet, progetto militare realizzato nel periodo della Guerra Fredda (1969) dagli Stati uniti.
Tale innovazione del metodo di scambio di ipertesti determinò un cambiamento importante, già attuato nel 1973, anno in cui venne adottato a livello accademico e, ancor più, nel 1984 quando fu reso di fruibilità mondiale.
Sebbene oggetto di molteplici miglioramenti riguardanti i protocolli e le regole di comunicazione di basso livello, - fra cui il più incisivo e importante per la fruibilità fu il passaggio da analogico, con linea classica, a digitale, come attualmente conosciuto e usufruito - soprattutto agli albori, la comprensione delle sue potenzialità rimase limitata, al punto che lo stesso Bill Gates, uno dei fondatori di Microsoft, dichiarò che era un fenomeno destinato all’oblio in poco tempo.
E' un periodo piuttosto surreale quello iniziato tra febbraio e marzo di quest'anno. L'Italia ha vissuto numerosi momenti problematici (per usare un eufemismo) nella sua storia, eppure mai dalla fine della Seconda guerra mondiale ci si era ritrovati con la necessità di limitare la libertà di movimento delle persone, chiudere le loro attività, far compilare loro un modulo da esibire come documento anche solo per andare al supermercato.
La nostra "scala delle priorità", il nostro elenco degli argomenti più importanti di cui parlare, ha subìto un totale ribaltamento: la situazione attuale merita tutta la nostra attenzione (dove con "nostra" si intendono anche giornali, telegiornali, media di ogni tipo...).
Un detto recita: "Non si scrivono romanzi durante la rivoluzione", il senso è quello che traspare accendendo la televisione in una qualsiasi ora del giorno in questo periodo: nel mezzo di una crisi non c'è tempo per riflettere come facevamo nel momento di tranquillità precedente, bisogna restare concentrati sul problema e studiare alla svelta un modo per uscirne. Eppure questo "Corona Virus Disease" (CoViD-19 appunto) ci dà l'occasione per riscoprire delle nuove priorità; ci dà l'occasione per farci capire quanto fosse costruita male la nostra scala.
Arrivato quasi al termine della mia esperienza da liceale, posso finalmente condividere le mie impressioni e la visione personale che sono riuscito a catturare in questi anni. Oppure posso togliermi qualche sassolino dalla scarpa, se ci volete vedere della malizia. In realtà il mio intento è denunciare a chiare lettere alcuni aspetti della nostra scuola – quella italiana nel suo complesso – e stimolare un cambiamento, quindi non me ne vogliano i vari generali francesi se scriverò un "j'accuse" contro di loro.
Che cosa non va nel nostro sistema? È una domanda sulla quale gli esperti si arrovellano da molto tempo, ma io voglio proporre un approccio molto empirico: guardiamo cosa sta succedendo in questo periodo, senza fare i perbenisti ma analizzando con un po' di lucidità le decisioni prese negli ultimi mesi. La nostra didattica a distanza è cominciata il 24 febbraio 2020; interruzione momentanea delle lezioni prima, videolezioni poi, ci siamo abituati forzatamente a questo nuovo metodo e così abbiamo proseguito (e concluso) l'anno scolastico. Troppo plateale sarebbe stato il fallimento se non fossimo ritornati in presenza a settembre, e così dopo un'estate passata all'insegna della normalità e in barba alla pandemia abbiamo ripreso in presenza, con tutta una serie di regole. Ora, sull'operato del Governo del nostro Paese si possono dire molte cose (non è il caso che mi dilunghi anche in accuse contro di esso in questo articolo), tuttavia di fronte al lavoro della scienza, dei comitati di ricerca e delle statistiche, è difficile controbattere: aprire le scuole in "sicurezza" è possibile. Richiede parecchi sforzi, però.
Questa è una domanda che nessuno qualche anno fa si sarebbe sognato di chiedere, adesso, invece, con l’aumento del numero di questi animali le persone hanno iniziato a preoccuparsi. Camminando per le vie di Savona, si notano numerosi cani di tutte le razze e dimensioni e non è difficile vedere ciotole con l’acqua poste fuori da bar e ristoranti. Al loro aumentare si è affiancato l’aumento di sporcizia in giro per le strade e, soprattutto, i negozianti del centro, hanno sollevato rumorose proteste.
Per cercare di ovviare al problema, la sindaca Ilaria Caprioglio, nel 2017, ha emesso un’ordinanza che proibiva ai cani di fare i propri bisogni sotto i portici di Via Paleocapa, in Corso Italia e in Piazza Mameli. L’ordinanza, inoltre, imponeva ai padroni di portare con sé, oltre ai sacchetti per raccogliere le feci, una bottiglia d’acqua per sciacquare via l’urina dalle strade. Tale provvedimento è stato accolto sia con soddisfazione sia con sdegno. Ricordiamo i numerosi cartelli appesi sulle porte dei negozi che si dichiaravano contrari alle nuove regole. Anche le opinioni degli altri savonesi sono risultate divergenti: c’era chi era d’accordo, chi no, chi accettava senza protestare e chi accettava, ma protestava. Comunque, la sanzione amministrativa per i trasgressori andava e va da 50 a 500 euro.
I social, già da qualche anno, hanno sostituito completamente i vecchi giochi all'aria aperta. Sono veramente pochi i ragazzi che abbandonano il computer per andare a fare una partita a pallone con gli amici. Negli anni ‘80 era il contrario: era molto raro che qualcuno restasse a casa a giocare da solo. E’ vero, non c'erano le tecnologie attuali con cui si possono trovare tanti giochi virtuali, ma non era divertente come passare un pomeriggio a girovagare in bicicletta oppure giocare a calcetto nel cortile di casa con i vicini. I ragazzi degli anni ‘80 stavano molto di più fuori di casa e all'aria aperta.
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