“…dove le masse trasformano i cretini in eroi di successo.”

Henry Charles Bukowski, poeta americano della seconda metà del Novecento, scrive la poesia “Dinosauria, noi” poco prima della sua morte, nel 1993, concentrandosi principalmente sul lento decadimento dell’uomo in un periodo di corruzione e omologazione. Massa è la parola chiave sulla quale vale la pena soffermarsi per riflettere e pensare: da sempre l’uomo ha avuto la tendenza ad unirsi in gruppi, società, insiemi più o meno organizzati, ma – come sostengono gli studi dell’antropologo Gustave Le Bon – quando l’individuo si trova emotivamente coinvolto in una folla, la sua psiche e la sua condotta subiscono profonde modificazioni e alterazioni di ordine patologico, inducendolo a svolgere azioni che probabilmente da solo non farebbe.

 

 

Ogni giorno siamo schiavi di un consumo di massa e di una globalizzazione delle idee che mira a produrre degli automi, sì pensanti, ma pensanti le stesse cose! La cosiddetta moda, bene o male, ha sempre avuto l’intento di portare a forme di omologazione della popolazione.

Laddove la cultura popolare delle società tradizionali era una produzione spontanea e corale, la “masscult”, tipica delle società che sono entrate nella fase del consumo di massa, è un prodotto assolutamente artificiale, preconfezionato da coloro che maneggiano i potenti strumenti dell’industria culturale, quelli che Vance Packard (giornalista e critico americano) definisce “persuasori occulti”, manipolatori professionisti dominati da un’unica preoccupazione, ovvero quella di vendere il prodotto da loro confezionato ad una massa di acquirenti inermi, già predisposti all’acquisto spesso senza neanche aver visto la merce.

Steve Jobs può essere un esempio. Viene considerato il genio che negli ultimi dieci anni ha creato tre prodotti rivoluzionari su tre (iPod, iPhone e iPad). Finisce il liceo e si iscrive al Reed College di Portland, che lascia per andare in India e praticare il buddismo. Tornato in America fonda la Apple, nel garage di casa, in collaborazione con Steve Wozniak;  ma siamo sicuri che Jobs sia il genio e Wozniak il collaboratore? A meno che durante il suo viaggio spirituale non gli siano state conferite illuminanti conoscenze tecnologiche, quanto ne sapeva lui su come si progetta un pc? Ben poco.

La sua bravura semmai è da trovare nella capacità di vendere il prodotto e renderlo appetibile per la massa che, di conseguenza, l’ha reso un Einstein digitale.

Per non parlare dell’influenza della maggioranza nel campo delle celebrità: cantanti e attori che vengono portati all’apice per nulla e a cui viene rovinata la carriera per lo stesso nulla, solo perché i “persuasori occulti”, al minimo calo dei consumi, decidono che il pubblico ha bisogno di un “prodotto” nuovo e diverso.

Indubbiamente, tutti i fans hanno la star che si meritano, ma in certi casi il livello è obiettivamente imbarazzante: qual è stato il contributo di Fabrizio Corona al progresso dell’Umanità? Assolutamente nessuno, è solo il potere della “masscult” che lo ritrae come il bello e dannato del nostro tempo e che quindi ne fa automaticamente un mito.

Il potere delle masse manipolate trasforma i cretini in eroi di successo, conferendo loro una reputazione basata su castelli di sabbia che un’onda di razionalità può subito spazzare via. Una speranza.

 

 

Erinda Haklaj