LAICITA’ ALL’ITALIANA

La presenza dello Stato Vaticano sul suolo italiano ha sempre portato ad un condizionamento della politica statale, nonostante si tratti sulla carta di una istituzione laica. Questa influenza si ritrova anche nel sistema scolastico sotto diverse forme come la presenza dei crocifissi nelle aule di molte scuole (non il nostro Liceo, per fortuna), e l’inserimento di un’ora settimanale dedicata all’insegnamento della religione cattolica. 

Fin dalle scuole medie mi sono sempre interrogato sulla correttezza e sul senso di un’ora di Insegnamento della Religione Cattolica (IRC) e adesso, quasi arrivato alla fine del mio percorso scolastico al Liceo Scientifico, posso fermamente affermare che essa sia la rappresentazione perfetta dell’ipocrisia del nostro Stato.

 

In una scuola che, con le “riforme” Gelmini-Tremonti, ha tagliato fondi, materie e professori, un’ora ogni settimana viene sacrificata . Si potrebbero trovare almeno un centinaio di migliori impieghi per questi sessanta minuti, vedi l’inserimento nei programmi di un’ora di educazione civica o di economia, in quanto molti degli studenti usciti dalle scuole superiori italiane si ritrovano a votare senza neanche conoscere gli organi fondamentali del nostro stato.

Arrivato al quarto anno di liceo ho preso la decisione di avvalermi della possibilità di non frequentare l’ora di religione, non per avere un’ora libera al mattino ma per seguire il pensiero che ho maturato in questi ultimi anni a riguardo: in primis l’ora di IRC si mette in contrapposizione con l’indirizzo scolastico che ho scelto, che dovrebbe essere votato allo sviluppo di un pensiero scientifico e razionalista: si veda la questione creazionismo vs darwinismo, che contrappone insegnanti di religione e insegnanti di scienze. 

Si aggiunga il modo in cui la materia viene insegnata da alcuni professori fondamentalisti. In questi sessanta minuti i docenti, senza obblighi di programma, col pretesto di affrontare tematiche della società moderna o della storia religiosa, operano un indottrinamento degli studenti. 

Il problema si crea nel momento in cui la scuola pubblica, che avrebbe compiti e potenzialità educative, si trasforma in uno spazio di insegnamento forzato della morale cattolica.

In un liceo scientifico si dovrebbe pretendere che tematiche come l’eutanasia, i metodi contraccettivi e l’aborto venissero affrontate solamente sotto un punto di vista scientifico. In una scuola, che dovrebbe prendere l’evoluzionismo come punto di partenza riguardo ogni discorso inerente alla vita umana, trovo assurdo e ai limiti del ridicolo che un docente definisca la vita umana come un dono divino e che affronti l’argomento dell’aborto in modo dogmatico.

In generale l’invadenza della Chiesa nello Stato e nella scuola italiana porta da sempre problemi dal punto di vista del progresso e tensioni fra gli studenti. E molte delle decisioni prese dalla nostra classe politica ne sono influenzate fortemente. E non si venga a dire che l’ora di religione è comunque facoltativa: consuetudini arcaiche, opportunismo, false voci sui crediti, resistenza da parte delle scuole ad attivare e a pubblicizzare le Attività alternative, rendono difficile una scelta veramente libera.  

Per concludere faccio riferimento ad un concetto che è stato ripetuto più volte nella storia: “Libera chiesa in libero stato” e aggiungerei che nel 2015 le due parti dovrebbero essere ben indipendenti una dall’altra.