LIP. Un’altra scuola è possibile.

L’alternativa alla contestata “Buona Scuola” di Renzi esiste e piace a tutti, studenti e insegnanti: si tratta della LIP (Legge di Iniziativa Popolare), la riforma popolare sulla scuola depositata alla Camera nel 2006 e ripresa negli ultimi anni da parlamentari di diversi schieramenti politici. E’ basata sui principi della Costituzione Italiana e garantirebbe l’uguaglianza dei cittadini all’interno della scuola, aiutando le persone con problemi di disabilità, gli extracomunitari che si avvicinano alla lingua e creando un organico per la lotta alla dispersione scolastica.

 

Secondo l’Articolo 33 della Costituzione, le scuole statali hanno diritto all’investimento di una percentuale costante del PIL da destinare all’istruzione pubblica. In Europa, in media, viene utilizzato il 6% del PIL delle singole nazioni. Purtroppo l’Italia è una degli ultimi Paesi nella classifica europea con il 4,4%. La LIP si propone di aumentare gli investimenti per scuola e ricerca, portandoli sui livelli dei paesi più avanzati.

Con l’approvazione della LIP, L’obbligo scolastico verrebbe prolungato di tre anni, partendo un anno prima (dai 5 anni), cioè dal terzo anno di scuola dell’infanzia, fino ai 18 anni, due in più della legge attuale, garantendo allo studente un’istruzione basilare, intermedia e superiore, per poterlo indirizzare verso il mondo del lavoro o universitario con una preparazione adeguata.

Un aspetto positivo di questa legge è che pone sullo stesso livello tutte le scuole, senza farle competere tra di loro e senza promettere premi a quelle con maggiori risultati; anzi sono previsti investimenti per le aree degradate, di montagna o a rischio criminalità. La LIP propone anche dei cambiamenti nella formazione delle classi, fissando a 22 il numero limite degli studenti, invece di quello attuale che varia tra 26 e 33 a seconda dell’istituto. Sono stato per un anno in una classe composta da 27 persone e ho trovato molto difficoltoso lo studio; la difficoltà maggiore non era comprendere il senso e il contenuto delle lezioni, ma era difficile per i prof seguirci tutti e per noi “sentire” le parole degli insegnanti nel contesto rumoroso della classe. Il numero, la calma e la tranquillità sono fondamentali, a maggior ragione, in presenza di alunni disabili.

Inoltre la legge di iniziativa popolare propone l’abrogazione delle riforme Moratti e Gelmini e delle prove INVALSI introdotte dal ministro Profumo. Quest’ultime sarebbero giustamente da abrogare perché sono prese poco seriamente da circa un 40% degli alunni, con un conseguente spreco di risorse e tempo rubato agli insegnanti che poi le devono correggere. E poi è difficile garantire con i test invalsi una reale misurazione della qualità della scuola, dato che, per fortuna, i programmi svolti dagli insegnanti sono diversi e molto più interessanti.

In conclusione, la LIP è alternativa alla riforma proposta da Renzi e potrebbe cambiare radicalmente il sistema scolastico, rimediando ad alcuni errori delle riforme precedenti. I media, come sempre non ne parlano, dimostrando una sconcertante superficialità o peggio, ma sulla Rete studenti, genitori e insegnanti (e alcuni politici) discutono di una bella legge democratica di iniziativa popolare. Un’altra scuola è possibile.

 

Andrea Lavagna, 4H