Internet e i mutamenti sociali

La tecnologia di comunicazione universalmente denominata Internet è l’evoluzione di Arpanet, progetto militare realizzato nel periodo della Guerra Fredda (1969) dagli Stati uniti.

Tale innovazione del metodo di scambio di ipertesti determinò un cambiamento importante, già attuato nel 1973, anno in cui venne adottato a livello accademico e, ancor più, nel 1984 quando fu reso di fruibilità mondiale.

Sebbene oggetto di molteplici miglioramenti riguardanti i protocolli e le regole di comunicazione di basso livello, – fra cui il più incisivo e importante per la fruibilità fu il passaggio da analogico, con linea classica, a digitale, come attualmente conosciuto e usufruito –  soprattutto agli albori, la comprensione delle sue potenzialità rimase limitata, al punto che lo stesso Bill Gates, uno dei fondatori di Microsoft, dichiarò che era un fenomeno destinato all’oblio in poco tempo.

L’errata valutazione iniziale non condizionò la diffusione di Internet a livello commerciale o culturale-politico, poiché nel suo passato recente era legato all’ambito accademico, e al passaggio di notizie e comunicazioni di varia natura. Più tardi, con l’avvento delle nuove tecnologie, iniziò l’utilizzo per la trasmissione e lo scambio di grandi quantità di dati.

Raggiunto questo stato, internet, a causa di un utilizzo sempre più importante e generalizzato acquisì un rilevante impatto sociale. Tuttavia, la rapidissima diffusione e l’indubbia validità intrinseca del nuovo mezzo hanno condotto all’euforica percezione dei soli aspetti positivi e alla sottovalutazione dei rischi legati a un utilizzo doloso o distorto.

Allo stato attuale Internet rappresenta da un lato una considerevole opportunità di crescita personale e di accesso alla conoscenza universale, ma per altri versi, essendo un mezzo globalmente usufruito e fortemente legato a grandi interessi commerciali, veicola messaggi di discutibile valenza, ben lontani da imparzialità, correttezza ed equilibrio.

In tale contesto si collocano i Social, che pur nati da un progetto volto a consentire la comunicazione tra realtà geograficamente lontane, subiscono rapidamente la nuova logica di mercato che lega il profitto al numero di accessi, mutando in spazi virtuali senza regole, ove tutto è possibile e consentito allo scopo di suscitare clamore e quindi maggior numero di visite.

Queste realtà divengono l’habitat ideale per le peggiori pulsioni umane, fino a tollerare qualunque forma di insulto, offesa o linciaggio mediatico, oppure luoghi di evasione dove ognuno è libero di presentare una immagine artefatta e improbabile di sé fino a sviluppare vere forme di dipendenza.

Purtroppo i primi tentativi volti a regolamentare la situazione sono molto recenti e a oggi di fatto inefficaci a causa degli ingenti interessi economici che andrebbero a ledere.

Negli ultimi 20 anni l’universale diffusione dei telefoni cellulari ha permesso a chiunque di essere continuamente connesso e capace di interagire, rafforzando da un lato la fruibilità dei servizi, ma dall’altro anche molti aspetti deteriori. L’assenza di regole certe e universali deriva dall’ignavia di chi non ha saputo o voluto controllare.

Per quanto riguarda le giovani generazioni un ruolo di controllo e regolamentazione rilevante dovrebbe essere svolto dalla famiglia e dalla scuola. Purtroppo, il nucleo familiare è di solito impreparato e troppo distratto da questioni contingenti per riuscire a cogliere i pericoli e gli effetti che un indiscriminato utilizzo del mezzo informatico provoca nei comportamenti e nella capacità logiche di un individuo, che affronta impreparato una realtà virtuale spesso pensata per provocare dipendenza.

L’Istituzione scolastica, anch’essa disorientata e vittima di lungo disinteresse da parte delle strutture che dovrebbero tutelarla, finisce per adeguarsi alla tendenza corrente e, in nome di un malinteso senso di modernità e progresso, promuove a prescindere l’utilizzo di internet per scopi didattici.

In questa condizione doti come capacità logiche, di sintesi e spirito critico, che da sempre stimolano l’evoluzione umana, sono nel migliore dei casi affievolite e i giovani perdono di vista valori fondamentali come condivisione, fratellanza, impegno sociale e reciproco rispetto. In un quadro di generale degrado le istituzioni non sono in grado di fornire direttive specifiche e le enormi potenzialità intrinseche al mezzo informatico sono colpevolmente disperse.

Prima del covid nessuno aveva mai teorizzato l’utilizzo della didattica a distanza che potrebbe, se implementata in modo corretto e supportata da adeguate risorse, rappresentare un mezzo di diffusione dell’istruzione e della cultura senza pari. Per regolamentare e sfruttare in modo efficace le enormi potenzialità di questa tecnologia sarebbero necessarie conoscenza, onestà intellettuale, unità di intenti e una condivisa visione di lungo periodo.

Duole riscontrare che il presentarsi di tutte queste condizioni nell’attuale contesto dovrebbe essere definito miracolo.