L’esperienza anarchica in Ucraina: la Makhnovščina

 Анархия-мама за нас!” (La madre anarchia è con noi!): questo è l’ultimo verso dell’inno della Makhnovščina, la formazione anarchica diffusa soprattutto nell’est dell’Ucraina durante la guerra civile russa, ma in che modo un’ideologia così antistatalista si è potuta diffondere raccogliendo un alto numero di consensi fra la popolazione?

                                       

La bandiera della Makhnovščina, la scritta recita: “morte a tutti coloro che
ostacolano la libertà dei lavoratori”

 

Contesto storico

Il contesto storico in cui la Makhnovščina si colloca è quello della guerra civile russa (1917-1922), ovvero il conflitto interno che determinò il passaggio dall’impero zarista all’Unione Sovietica – primo esempio di stato comunista al mondo – e, nel pieno della Prima Guerra Mondiale, l’uscita della Russia dal conflitto (Pace di Brest-Litovsk del 1918). L’evento trova le sue radici nella Rivoluzione di Febbraio, con l’abdicazione dello zar e la formazione della Repubblica russa, guidata dal principe Georgij L’vov e, successivamente, da Aleksandr Kerenskij, e il suo continuo con la Rivoluzione di Ottobre, in seguito alla quale i bolscevichi, sotto la direzione di Vladimir Lenin, presero il potere determinando l’inizio della guerra civile contro i cosiddetti “bianchi”, guidati da Anton Denikin e Aleksandr Kolchak e, in seguito, contro gli anarchici.

L’iniziativa anarchica

L’ideologia anarchica si sviluppò in Ucraina sotto la guida di Nestor Makhno, originario di Huljajpole, che proprio nella sua città natale iniziò la sua propaganda, riconoscendo il bisogno per i contadini di essere veramente rappresentati, senza fare affidamenti ai soviet, pronti, secondo lui, a tradirli in ogni momento. Di particolare interesse per Makhno era ridurre l’autorità dei kulaki, i contadini imborghesiti della regione (l’Ucraina è infatti ben nota per la sua tradizione agricola, come ci dimostra anche la bandiera del paese, nella quale il giallo rappresenta il grano), che avevano acquisito troppo potere e avevano iniziato ad assumere dei mezzadri, ai quali Makhno sperava di ridare la libertà. Makhno ebbe particolari contrastri con i soviet della regione, in particolare quello di Ekaterinoslav (oggi Dnipro) che all’epoca riuniva in un’assemblea i soviet delle città più piccole, come appunto Huljajpole: quest’assemblea riceveva, infatti, ordini da Pietrogrado e li trasmetteva nell’area di sua competenza.

La nascita dell’Armata Nera

L’Armata Nera fu costituita come un’organizzazione paramilitare formata da contadini armati. Una delle operazioni più di successo fu l’azione contro i cosacchi che, non rispettando il divieto di passaggio e tentando di oltrepassare la regione di notte, vennero colti da un’imboscata organizzata dagli anarchici, che costrinse infine i cosacchi alla fuga. Altra opposizione ferma dell’Armata Nera venne effettuata nei confronti della Central’na Rada, l’assemblea popolare ucraina che, con l’aiuto della Germania e dell’Austria-Ungheria, in seguito alla pace di Brest-Litovsk, stava avanzando da occidente per occupare i territori di quella che sarebbe stata la breve esperienza della Repubblica Nazionale Ucraina (conquistata dai sovietici nel 1920). È interessante notare come Makhno criticò fortemente un’assemblea ucraina interessata a formare uno stato ucraino, con l’accusa di aver assecondato le pretese dei tedeschi e degli austro-ungarici, ovvero della peggiore forma di governo dalla prospettiva anarchica: un impero autoritario.

L’intera esperienza di Makhno è narrata all’interno di un diario scritto da lui stesso, che parte dagli albori della sua idea fino alla rovinosa fuga e alla definitiva sconfitta avvenuta per mano dei bolscevichi nel 1921. Per concludere, una frase che Makhno stesso inserisce nelle ultime pagine del suo diario: 

L’animo del traditore e la coscienza del tiranno sono nere come una notte di primavera

 

Nestor Makhno