“Agorà”, storia di una grande donna

Il film “Agorà” ambientato ad Alessandra d’Egitto intorno alla fine del IV secolo, mette in evidenza le prime forme di fondamentalismo, raccontando gli scontri tra pagani e cristiani. Ci troviamo in un momento importantissimo della storia: dopo l’editto di Milano emanato da Costantino che garantisce la libertà di culto, con l’imperatore Teodosio il cristianesimo diventa la religione dell’Impero Romano. Poco dopo, nel 392 viene proibito il culto pagano e questa situazione si riflette nel film, infatti, tutta la popolazione pagana si convertì al cristianesimo per evitare di essere condannata. Molto significativa è la figura di Ipazia, figlia del matematico Teone, che le diede l’opportunità di insegnare nella scuola di Alessandria e diventare una grande “scienziata”. Ipazia fu vittima del fondamentalismo religioso, venne uccisa in modo atroce dai fanatici del cristianesimo chiamati parabolani.

Sicuramente tutto ciò accadde per via del vescovo della città, Cirillo, il quale aveva accusato la donna di stregoneria e di essere nemica del cristianesimo, poiché temeva che la sua libertà di pensiero avesse un’influenza negativa sulla comunità di Alessandria. La considerava anche un ostacolo nei rapporti con il prefetto Oreste, molto amico della donna. Nel film Oreste considera Ipazia la sua più grande ispirazione. Ipazia si dichiarò credente della filosofia, non abbracciò quindi la religione cristiana e davanti a questo pure il vescovo di Tolemaide, Sinesio, che era stato uno dei suoi alunni, si rifiutò di aiutarla. Il fondamentalismo applicato alle religioni assume una connotazione negativa perché vi sono aspetti del fanatismo che accompagnano la fede. La giovane filosofa, come detto in precedenza, fu ucciso dal fanatismo dei parabolani. A questo punto possiamo definire Ipazia la figura opposta del cristianesimo: innanzitutto metteva in discussione quanto c’era scritto nella Bibbia sull’universo e, secondo motivo, lei era una donna ed ebbe una parte molto attiva nella vita della città di Alessandria, cosa che secondo il cristianesimo non doveva accadere in quanto le donne dovevano essere invisibili, quindi erano considerate inferiori rispetto agli uomini. Questo aspetto oltre ad essere presente nel cristianesimo è presente in molte altre religiose e ancora oggi si possono notare differenze fra uomini e donne. Per esempio, in alcuni Stati islamici le donne sono prive di diritti.

È proprio il fatto di essere una religione monoteista a creare queste forme di fondamentalismo, poiché si tratta di “esclusività”, ovvero si rifiuta la convivenza con altre forme religiose o altri pensieri. Invece il paganesimo era una religione inclusiva, politeista, dove Ipazia era riuscita a trovare più spazio per la filosofia, la sua libertà di pensiero cosa che non era successa con il cristianesimo.