#BarberRevolution: quando l’alternanza diventa arte

 

Alternanza scuola-lavoro: un tema tra i più dibattuti degli ultimi anni, oggetto di continue critiche e modifiche. Contro ogni pronostico però, una classe del nostro liceo è riuscita a trasformare un’esperienza troppo spesso svalutata e ridotta ad un lavoro “di nicchia”, dal quale se ne esce senza un vero arricchimento, in un percorso di tre settimane compiuto assieme all’Opera Giocosa, compagnia teatrale savonese con sede al Teatro Chiabrera.

 

Finale Atto I: la rivolta e la follia generale terminano col sorriso portato da un fiore

 

La 3^C, assieme ad un altro gruppo di ragazzi provenienti dal Liceo Scientifico di Carcare, è stata inserita in uno spettacolo teatrale, un’opera lirica tra le più famose di sempre: il Barbiere di Siviglia di Rossini. Un lavoro certamente faticoso e un tipo di spettacolo forse non accattivante per un gruppo di ragazzi ma qui è entrata in gioco l’inventiva della regista Stefania Panighini.

Sfruttando un tema particolare “nascosto” nel Barbiere, infatti, si è attualizzata l’opera ambientandola non più nel passato ma nel 1968: da qui il collegamento con un gruppo di studenti, simbolo delle lotte per conquistare più diritti e libertà.

 

Un percorso non certo facile, in cui ogni singolo componente è stato chiamato ad un impegno e ad una concentrazione che in poche altre sedi sono richiesti in maniera simile, oltre ad una dose di sacrificio degna di nota (un esempio su tutti: gli orari di prova uguali alla giornata lavorativa in teatro, ben diversa da quella scolastica).

Cominciando da esercizi di gestualità  finalizzati a prendere coscienza del proprio corpo e di quali movimenti siano i più adatti sul palcoscenico, l’esperienza è andata delineandosi nel tempo; letteralmente dal nulla un qualcosa. I gesti e i movimenti del gruppo di mimi (questo è il nome teatrale che meglio indica la funzione dei ragazzi) hanno lentamente iniziato ad essere raggruppati in momenti particolari, ognuno con le sue caratteristiche: le scene.

L’arrivo poi del cast di cantanti e l’inizio delle prove sul palcoscenico nella grande sala del Chiabrera sono stati il passo successivo: i gesti e le azioni di un gruppo di ragazzi sono entrati in contatto con cantanti lirici professionisti, alcuni al loro debutto sulle scene.

La vitalità e l’energia dei mimi hanno dato un taglio molto particolare al Barbiere, tutto è stato rivoluzionato (come il ’68 comanda): basti pensare che Figaro si presenta non come un bell’uomo in calzamaglia e parruccone, ma con giacca di pelle e acconciatura alla Elvis (senza dimenticare la chitarra).

 

Alla fine,  che sia stato per l’alternarsi della trama classica con quella “giovane” rappresentata dagli studenti, o per il carisma eccezionale di cui Figaro (Enrico Marabelli), don Bartolo (Matteo Peirone), il Conte d’Almaviva (Manuel Amati), Rosina (Aurora Faggioli) e tutti gli altri hanno dato sfoggio, o per il coro, che nelle vesti della polizia caricava i ragazzi in una vera e propria rivolta con cinquanta persone a contendersi la scena, o forse per il secondo atto in cui gli anni ’60 hanno ricordato a tutti la voglia di libertà degli Hippie… insomma per tutti o per nessuno di questi motivi, i due spettacoli del 3 e 6 novembre si sono rivelati dei successi incredibili, testimoniati dai minuti di applausi delle centinaia di persone che hanno assistito, dai sorrisi che pubblico e attori avevano al termine di ogni esibizione, e dalla risonanza mediatica, senza dubbio positiva ,riservata allo spettacolo da giornali e telegiornali.

 

Link utili: Sito dell’Opera Giocosa