Questione di donne

“Esiste una questione femminile, c’è davvero una complessa questione femminile: abbiamo dato inizio a un’epoca pesante, noi donne in apparenza emancipate, e sono curiosa di vedere dove ci porterà questa strada” (Etty Hillesum)

Questa domenica si è “celebrata” la giornata internazionale contro la violenza sulle donne; è triste pensare che nel 2018 ben 77 persone in Italia siano stati picchiate e uccise semplicemente per colpa del loro sesso. Migliaia di donne sono scese in piazza a Roma per ricordare questo triste fatto e per lottare per aiutare quelle donne che ogni giorno subiscono delle violenze senza potersi ribellare . Anche se nel nostro paese la situazione sta lentamente migliorando, sono molti gli stati e le culture che concepiscono la donna come un oggetto utile solo per il proprio piacere personale; sono molto noti i fatti che avvengono nel Medio Oriente e in Africa ma sono in pochi quelli che fanno veramente qualcosa; sono pochi gli eroi che salvano una bambina dal diventare moglie e madre prima del tempo, quelli che lottano perché esse abbiano un’istruzione adeguata e  possano vivere in pace senza subire restrizioni sul loro modo di vestire e, in generale, di vivere. Molti dimenticano quanto una donna in realtà sia forte e determinata, quanto potrebbe sacrificare per ciò che ama e in cui crede. La storia è piena di donne forti che hanno fatto sentire la propria voce ma purtroppo la maggior parte di loro sono ricordate solo perché erano donne; non come figure degne di ammirazione che hanno cambiato la storia. Quello che forse chiediamo di più è l’uguaglianza tra i due generi: non solo pari diritti e doveri come, per esempio, in ambito lavorativo; chiediamo di essere ricordate e giudicate per quello che facciamo e non solo perché “siamo donne”. Questa, credo, sia la forma di discriminazione più diffusa nella società di oggi e una delle peggiori. IL 25 Novembre ci ricorda come questa discriminazione sia ancora presente e come essa influisca sulle nostre vite. Fortunatamente in Italia sono tante coloro che lottano contro questo tipo di discriminazione e posso dire con orgoglio che stiamo smantellando questo pregiudizio; non crea più scalpore se una donna diventa sindaco o astronauta ma viene semplicemente ammirata per i risultati che ha ottenuto grazie al sudore della fronte e alla sua forza di volontà. Sono molti ancora che fanno una netta distinzione tra i due generi, coloro che ci considerano ancora ” inferiori” ma sono sempre di meno, rispetto al passato, anche grazie alla forza che molte donne hanno dimostrato in questi anni. Mi rassicura il fatto che una tale “rivoluzione” si sia compiuta nell’arco di un secolo e questo mi fa sperare che anche in altri paesi possa avvenire lo stesso e voglio credere che quello che noi abbiamo realizzato in un secolo, in altre situazioni possa essere realizzato in molto meno perché  ci saremo anche noi a lottare con loro.