Cibo per il corpo… e per la mente

Sarebbe opportuno chiedersi, nell’affrontare questo argomento, di cosa e come ci cibiamo se si considera valida l’affermazione del filosofo tedesco Feuerbach “Siamo quel che mangiamo”. 

Da un’analisi generale della società attuale si può constatare un aspetto particolarmente evidente: la percentuale di individui in sovrappeso raggiunge negli Stati Uniti il valore del 60% e, solo in Italia il numero degli obesi si è stabilizzato intorno al 20% della popolazione. Ciò consente di affermare, senza possibilità di smentita, che il mondo occidentale mangia troppo e male. Inoltre, differentemente dagli altri prodotti, il cibo non può essere considerato solo un oggetto di consumo, con un suo costo e un suo valore e il nostro modo di mangiare non può che essere connesso con il nostro modo di essere. 

Tale affermazione viene supportata , anche in questo caso con numeri e percentuali: il consumo abnorme di antidepressivi e psicofarmaci dimostra che qualcosa non va. Solo in Italia, 7,5 milioni di persone soffrono di depressione, ossia il 12,5% della popolazione è affetta da questo disturbo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che nel 2020 la depressione sarà la più diffusa al mondo tra le malattie mentali e, i generale, la seconda malattia dopo le patologie cardiovascolari. 

A tal riguardo è forte la preoccupazione degli esperti che cercano di dimostrare che il numero di queste patologie sia in aumento proprio a causa di una cattiva alimentazione accompagnata a una vita sedentaria. 

La correlazione, quindi, tra il mangiare e l’essere appare di tutta evidenza come, del resto, risulta fondamentale la qualità del cosa si mangia e la modalità del come. Rappresentazione emblematica del primo aspetto è, valorizzata in questi anni, la Dieta Mediterranea , incentrata su un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che hanno dato vita a questo modello nutrizionale. L’importanza di questa Dieta è stata certificata nel novembre del 2010, quando è entrata a far parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. 

Per quanto riguarda il come si mangia, è importante fare bene presente che al giorno d’oggi sempre più persone svolgono diverse attività come lavorare, giocare ai videogiochi, leggere mail o essere connessi sui social durante i pasti. 

Questa consuetudine, oltre che essere dannosa per la salute (è dimostrato come porti a mangiare di più) è la spia di una tendenza, insidiosa e comune, ad isolarsi e a connettersi con tutti tranne che con se stessi e con il proprio corpo. 

L’atto del cibarsi è da sempre accompagnato da momenti di confronto e relazione, come si può apprendere dalla Bibbia, dagli scritti latini, dalle descrizioni dei Simposi nelle opere greche. 

E’ importante quindi, per l’uomo di oggi, riappropriarsi di questo spazio a partire dalla quotidianità in famiglia, abbinando a una buona qualità del cibo una serie di relazioni reali, dirette e personali. 

Legate al tema del mangiare si possono osservare due grandi contraddizioni. La prima rappresentata da fatto che una parte della popolazione mondiale, priva di acqua e sottoalimentata, si fronteggia a una parte minoritaria sovralimentata e abituata a ritmi consumistici insostenibili. La seconda contraddizione, tutta interna al nostro mondo occidentale, vede da un lato un continuo parlare e promuovere temi legati alla cucina raffinata o programmi televisivi sull’arte culinaria o ancora campagne commerciali basate su temi bio e eco e dall’altro lato abitudini e prassi comuni e quotidiane completamente contrastanti a qualsiasi aspetto di qualità, che riportano alle analisi precedentemente trattate.

Il tema discusso è senza dubbio complesso e presenta numerosi aspetti e diverse interpretazioni possibili. Tuttavia, dopo aver preso in considerazione tutti gli elementi, si può giungere alla conclusione che, senza perseguire nuove improbabili soluzioni, un’azione relativamente semplice da compiere sarebbe quella di effettuare un passo indietro per ritrovare quell’equilibrio che oggi si è perso, cibarsi di ciò che il territorio dove si vive offre, farlo seguendo il ritmo che la Natura impone, il tutto circondati dalle persone con cui si sta bene assieme.