Editoriale: Scrivere per essere critici

Cari amiche ed amici del “Farò del mio peggio News”, desidero innanzitutto porgervi i nostri migliori auguri per un 2017 sereno, pieno di soddisfazioni e di felicità! Come di consueto il numero di Gennaio del nostro giornale pone in evidenza la “Giornata della Memoria”: il 27 Gennaio, anniversario della liberazione di Auschwitz, è il giorno scelto dalle Nazioni Unite per ricordare le vittime dell’Olocausto. La consapevolezza di ciò che può provocare la ragione umana quando prevalgono logiche di divisione, di segregazione e di odio razziale, sostenute da un largo consenso popolare, dovrebbe essere la migliore arma di prevenzione per evitare che ciò che è accaduto oltre 70 anni fa si verifichi nuovamente.

Questa stagione di malessere diffuso e di crescente xenofobia, durante la quale emergono sempre di più il populismo e l’odio verso il diverso, presenta molti parallelismi con il periodo storico che sfociò poi nella tragedia dell’Olocausto: per questo motivo dobbiamo guardarci bene da chi istiga l’odio verso una categoria, da chi cerca di canalizzare il malessere ed il malumore verso pochi capri espiatori e da chi offre soluzioni semplici a problemi molto complessi. Lo scopo di queste persone è solamente quello di alimentare conflitti sociali tra le fasce più deboli per ottenere un tornaconto politico, essi cercano di guadagnare consensi creando tensioni tra persone in difficoltà. Così come nella Germania Nazista gli ebrei venivano accusati di ogni crimine e nefandezza, allo stesso modo oggi le stesse accuse vengono rivolte agli immigrati. Così come allora la soluzione che veniva proposta era lo sterminio degli ebrei, oggi si propongono invece i respingimenti armati e le espulsioni collettive. L’obiettivo è sempre lo stesso: distrarre le persone dai veri problemi, dai veri sprechi e dai veri, grossi, crimini commessi da una classe politica sempre più incompetente ed arrogante, allo scopo di creare una “guerra tra poveri” della quale avvantaggiarsi per guadagnare sempre più potere e consenso popolare. Questa strategia sta, purtroppo, producendo i propri effetti: sempre più partiti xenofobi stanno raggiungendo il potere ed anche Donald Trump ha basato buona parte della campagna elettorale su queste argomentazioni.

Tra le armi sempre maggiormente utilizzate per alimentare le tensioni sociali ci sono le “bufale”: notizie false create ad arte per alimentare l’odio verso alcune categorie ed attrarre consensi. Una volta le “dicerie” si diffondevano di bocca in bocca, ora invece le false notizie rimbalzano sul web a forza di condivisioni. Spesso si tratta di notizie montate ad arte per avvalorare certe tesi: efferati crimini commessi da immigrati, stragi compiute dai vaccini, epidemie causate dalle scie chimiche. Esse si basano su un semplice assunto: le persone che presentano una certa convinzione tenderanno a credere maggiormente ad articoli (anche non verificati) che la avvalorano. In questo modo, però, i siti di false notizie proliferano (guadagnando con i banner pubblicitari) ed il web ne è sempre più infestato, a vantaggio di chi ha interesse a diffondere malumori e teorie complottistiche, infondate, di vario tipo.

Il problema, a lungo sottovalutato, sta diventando sempre più grave ed evidente, anche a causa della quantità di voti che la diffusione di questo materiale è in grado di spostare. Sono state proposte diverse soluzioni al problema: per esempio Facebook sta sperimentando una modalità che permette di segnalare le notizie ritenute false. Un’altra soluzione, di cui parlerà Matteo Mantero all’interno, è stata proposta da Beppe Grillo: una giuria popolare per valutare se una notizia sia vera o meno. Il problema di questo metodo è piuttosto evidente: a dare un giudizio sulla veridicità di un testo dovrebbero essere degli esperti in materia, non delle persone scelte a caso.

La sempre maggiore diffusione dell’antiscienza e dell’idea che la maggioranza abbia necessariamente ragione, anche su argomenti per loro natura obiettivi in cui le tesi devono essere supportate da prove, è molto preoccupante e rischia seriamente di compromettere secoli di progresso e di metodo scientifico. La scienza, infatti, per sua natura non è e non deve essere democratica: ciò che conta è che le teorie siano dimostrabili, non che la maggioranza ritenga che un certo fatto sia vero.

Il vero antidoto per evitare la prosecuzione di questa pericolosa deriva è solamente uno: un’istruzione di qualità. Allo stato attuale il tasso di analfabetismo funzionale dell’Italia è spaventosamente elevato ed inoltre una ricerca OCSE (di cui parleremo in questo numero) ha dimostrato che la qualità della scuola è, purtroppo, in diminuzione rispetto al passato.

Un’istruzione di bassa qualità porta ad un popolo ignorante che accetta come vera qualunque bufala, frottola propagandistica e teoria di complotto. La conseguenza è che i cittadini credono al cialtrone di turno, il quale alimenta in loro odi ingiustificati e tensioni per prendere il potere, causando tragedie immani come l’Olocausto.

Per questo motivo, a mio parere, la Giornata della Memoria deve insegnarci innanzitutto a studiare ed informarci, ad essere critici, a verificare sempre ciò che leggiamo e a chiedere le prove delle affermazioni. È necessario applicare il metodo scientifico anche nella lettura.

Nel giornalismo la prima regola è quella di verificare le fonti. Un buon giornalista verifica sempre la provenienza di ciò che legge e la sua veridicità, prima di scrivere ciascuna frase di un articolo si chiede sempre se sia vera e dimostrabile.

Il giornalismo è un esercizio di analisi della realtà alla ricerca della verità, è una palestra di libertà per contrastare gli autoritarismi e diventare cittadini pensanti.

Per questo motivo, cari studenti del Liceo Grassi, vi esorto a prendere in mano penna e block notes (oppure il vostro portatile, o il vostro tablet, o anche il vostro smarphone) ed iniziare a scrivere per il “Farò del mio peggio News”, il foglio dei liberi pensatori del Liceo Grassi!

Scrivere è il modo migliore per sviluppare un pensiero critico, per farsi opinioni sul mondo che ci circonda, per imparare ad interrogarci sulla veridicità di ciò che leggiamo e per smascherare gli spacciatori di bufale ed i complottisti!

Scrivete quindi i vostri articoli ed inviateli alla Redazione all’indirizzo info@farodelmiopeggio.it oppure al Prof. Vincenzo D’Amico: vi aspettiamo a pagine aperte!

Potete inoltre iscrivervi all’Associazione (presso Alyssa Cavalleri, 4B) e partecipare in modo attivo alla vita del giornale.

Nel frattempo vi auguriamo buona lettura!

 

Roberto Palermo

Presidente dell’Associazione “Farò del mio Peggio News”