Il Cambiamento Climatico, Spiegato Semplicemente

Mettetevi comodi e concedetevi un po’ di tempo per approfondire questo tema, destinato a diventare il più importante della vostra vita nei prossimi anni

Il 2019 sarà ricordato come l’anno in cui per la prima volta i temi ambientali hanno iniziato ad avere influenza nelle decisioni delle varie Nazioni. La quasi totalità degli scienziati, degli studiosi e dei biologi concordano da anni ormai sulla pericolosità della situazione attuale, ma solo in questo periodo si è verificato un interessamento di portata globale su questo problema, altrettanto globale. Cerchiamo allora di capire (possibilmente evitando la celebre Supercazzola) cos’è il cambiamento climatico, a cosa potrebbe condurci e cosa stiamo facendo come Paesi e come umanità.

La mappa mostra le migliaia di iniziative promosse                                                                                                                                                                                  il 15 marzo 2019, in occasione di una manifestazione globale

 


L’effetto serra:togliamo la nebbia di confusione e facciamo chiarezza

Alla base di tutto c’è la nostra atmosfera, ricca di gas che permettono la vita (come l’ossigeno) e che trattengono calore; iniziamo col dire che senza di essi la Terra sarebbe una landa desolata, gelida e senza vita come Marte, o Venere. La nostra attenzione si concentra sui gas serra: il primo di tutti, per quanto ce ne dimentichiamo spesso, è proprio il vapore acqueo, responsabile di almeno la metà dell’effetto serra. Lungi da chiunque ipotizzare che per ridurre il riscaldamento globale sia necessario ridurre la quantità di H2O, anche se forse ci sono cose non ancora dette su questo argomento. Il ciclo dell’acqua che impariamo alle elementari è chiuso, nel senso che tutta l’acqua che evapora finisce, in modi e tempi diversi, per ritornare in mari e oceani, ma alcuni fattori possono influenzare questo ciclo: un’evaporazione più veloce immette più gas nell’atmosfera, cambiamenti nelle temperature terrestri e marine possono contribuire…E non è da poco nemmeno il contributo di “nuova acqua” che si aggiunge di anno in anno con la perdita di banchisa polare e scioglimento di ghiacciai. Nella prospettiva più tragica, una maggiore evaporazione porta a più effetto serra e questo innesca un circolo vizioso chiamato “effetto serra a valanga” che si traduce in una enorme quantità di oro blu sospeso in atmosfera a fare da “cappa”.

Ma allora quello che l’opinione pubblica conosce non è la verità? Non era la CO2 il vero nemico? C’è modo di arginare un cambiamento climatico su scala globale? Perchè tutti queste domande nella parte di articolo che dovrebbe fornire le risposte? Un attimo di pazienza e tenteremo di sistemare le cose. 

Ricostruzione ottenuta attraverso carotaggi nei ghiacci antartici sulla quantità di CO2 nell’atmosfera. I dati comprendono un periodo da 800.000 anni fa ad oggi, con un picco pressochè verticale a partire dal 1700


CO2, altri gas serra, intervento dell’uomo: comlpetiamo il mosaico

Gli altri responsabili dell’effetto serra sono i ben noti anidride carbonica, ozono, metano e vari ossidi dell’azoto. Tutti ricorderanno la vicenda dei clorofluorocarburi (CFC) che hanno portato nel secolo scorso ad un indebolimento della fascia di ozono dell’atmosfera, creando in corrispondenza del Polo Sud il celeberrimo “buco nell’ozono”, anche se il posto al banco degli imputati spetta sicuramente alla CO2. La sua permanenza nell’atmosfera è drasticamente più lunga di quella dell’acqua, dunque pur essendo responsabile per circa un quinto dell’effetto serra, è questo il gas che più di tutti influenza i cambiamenti del clima sul medio e lungo periodo. L’anidride carbonica arriva da numerose fonti: è il materiale di scarto degli organismi viventi, evapora assieme all’H2O dagli oceani, ma non solo. E’ conclamato che l’intervento umano, dall’inizio dell’era industriale ma in  particolare negli ultimi 50 anni, è stato in grado di modificare gli equilibri dei gas nell’atmosfera: la CO2 è aumentata del 25% rispetto alle concentrazioni del 1960 (quest’anno si è raggiunto il valore più alto nella storia: oltre 410 parti per milione). Come sappiamo fin dai primi anni di scuola l’anidride carbonica ha un antagonista naturale: gli alberi e la fotosintesi, che usando CO2  e luce rilasciano ossigeno, tuttavia ci dimentichiamo troppo spesso di un contributore ancora maggiore, diffuso in tutti gli oceani: il plancton, capace di filtrare l’acqua più di quanto le foreste facciano con l’aria. Ecco che ritorna insomma la centralità dell’acqua e del rapporto tra noi e questa risorsa. 

Il grafico mostra i livelli di anidride carbonica in atmosfera registrati dagli anni ’60 ad oggi all’osservatorio Mauna Loa, uno dei più isolati da fonti antropiche e quindi uno dei più affidabili per captare questo tipo di dati.


Cambiamenti antropogenici: come mettere le mani su un sistema sconosciuto

Abbiamo chiarito che l’uomo, con i suoi consumi energetici, la deforestazione e l’inquinamento ha innescato cambiamenti su scala globale che lui stesso non è in grado di comprendere, in particolare per ciò che riguarda la profondità degli oceani e gli strati superiori dell’atmosfera. Da pochissimo tempo infatti si sono accesi i riflettori sulle correnti marine, che si stima abbiano un impatto decisivo nel cambiamento climatico (basti pensare alla Corrente del Golfo o al fenomeno devastante di riscaldamento e raffreddamento dell’Oceano Pacifico noto come El Nino), per non parlare delle correnti marine profonde: “fiumi” che scorrono a migliaia di metri sotto le onde e che in centinaia di anni trasportano immense quantità d’acqua da un luogo all’altro.

 


La verità sta nel mezzo, ma fa paura lo stesso

La verità su questi temi è sfuggente, soprattutto perchè non abbiamo i mezzi per calcolare la portata di quello che stiamo facendo e che abbiamo fatto dall’inizio dell’epoca industriale. Possiamo solo osservare come l’anomalia nella temperatura mondiale sia più alta oggi (+0,6°C) di quanto non lo sia stata negli ultimi 2.000 anni. Sappiamo inoltre che variazioni cicliche sono avvenute negli ultimi 200.000 anni, ma mai nessuna antropogenica (generata dall’uomo). Intromettere nuovo gas serra, compromettere gli strumenti naturali che regolavano gli equilibri climatici come mari e foreste, inquinare terreni e falde e oceani con materiali tragicamente pericolosi o in quantità infinita come la plastica: nessuna simulazione e nessun documento della comunità scientifica può prevedere davvero a cosa stiamo andando incontro. 

Diverse ricostruzioni della temperatura media degli ultimi 2000 anni messe a confronto con diversi colori. In tutti i casi i dati convergono nel picco degli ultimi 150-200 anni, registrando un’anomalia mai vista


Le conclusioni: cosa le simulazioni si aspettano per il pianeta Terra

Potremo anche essere lontani dal simulare alla perfezione il comportamento del nostro pianeta nei prossimi decenni, ma ci sono conseguenze sul cambiameno climatico su cui ormai solo i negazionisti e i disinformati non si riconoscono. Tutti gli sforzi sono stati raccolti  nei vari trattati mondiali come il Protocollo di Kyoto o gli Accordi di Parigi e hanno il loro cardine nell’aumento di temperatura globale (quello che abbiamo definito come “anomalia” a +0,6 gradi). La soglia entro la quale restare per impedire conseguenze irreversibili è un +1,5°C, tenendo conto del fatto che anche con sforzi immediati sarà difficilissimo impedire il superamento della soglia di +1°C . Tutte le attività che portino l’umanità del 2050 a rilevare dati superiori scateneranno difficoltà immense per le Nazioni del futuro:-I ghiacciai alpini e andini si scioglieranno più velocemente fino quasi a sparire, creando difficoltà nel reperire acqua a milioni di persone; -I ghiacci della Groenlandia, soprattutto quelli situati sulla terraferma, contribuiranno ad innalzare il livello del mare con conseguenze potenzialmente disastrose per le città costiere (il che coinvolge decine di milioni di individui); -Malattie tropicali come la malaria si diffonderanno in zone prima sicure, esponendo milioni di persone al pericolo di morte per queste infezioni; -Molte zone potrebbero perdere fino al 50% della loro rendita agricola, fenomeno legato strettamente a fattori come la desertificazione e l’acidificazione delle piogge (in cui troviamo sempre un colpevole additando la CO2 che combinandosi con l’acqua forma acido carbonico); -Quasi il 50% delle specie viventi si troverebbe a rischio, in quella che è già stata confermata essere l’ottava estinzione di massa del pianeta Terra.

Variazione delle rendite agricole tra oggi e il 2050. Molti esponenti internazionali, tra cui lo stesso Segretario Generale dell’ONU, hanno espresso la loro preoccupazione per i collegamenti tra migrazioni e cambiamenti climatici


Utilizziamo queste ultime righe per fare “il sugo di tutta la storia”, come direbbe Manzoni: le azioni per cambiare la situazione attuale non sono in discussione, c’è già una soluzione ai principali problemi. Il vero dramma di questi anni è la difficoltà nel concretizzare queste soluzioni. Dal più piccolo quartiere cittadino, ai Comitati delle scuole, ai Comuni fino alle Nazioni e alle grandi unioni di Paesi, le iniziative nei prossimi 15-30 anni dovranno essere concrete e puntuali per non oltrepassare una soglia che ci condurrebbe in un mondo di cui non sappiamo prevedere nulla se non l’estrema difficoltà che avremo ad abitarlo.