Il potere dei critici d’arte.

 

Come al tempo di Leonardo da Vinci era importante guadagnarsi la stima di critici committenti e ricchi possidenti per vivere ed avere i fondi per far proliferare e diffondere la propria arte, così ad oggi è altrettanto importante l’opinione di esperti e studiosi di storia e di opere d’arte, affinché esprimano un parere favorevole circa l’attribuibilità di un quadro o di un’invenzione all’autore.

Spesso i critici ed esperti d’arte sono riconosciuti tali da importanti gallerie, come la National Gallery, il Louvre, da prestigiose Università, di cui sovente sono accademici e da Case d’Asta, che si rivolgono a loro per attestare l’autenticità di quadri e sculture, al fine di vendere le opere attribuite ad autori famosi a prezzi esorbitanti. L’opinione degli esperti d’arte è stata determinante per l’attribuzione della Gioconda a Leonardo da Vinci e ancor più nella lunga diatriba se dovesse rimanere in Francia o essere riportata in Italia. Tanto è vero che alcuni pensavano che l’opera fosse stata sottratta da Napoleone agli italiani, mentre in realtà pare sia stato lo stesso Leonardo, trasferitosi in Francia, ove di fatto visse parte della sua vita e morì, a venderla per campare. Ragion per cui l’opera, per volontà dell’artista, è francese.

Gli esperti d’arte dallo studio della vita di Leonardo hanno compreso che, siccome il clero preferì a lui altri artisti famosi, suoi contemporanei nella realizzazione della Cappella Sistina, Egli decise di trasferirsi in Francia ove fu molto apprezzato dal re. È da condividere pertanto l’opinione del professore di storia dell’arte dell’Università di Oxford, Martin Kemp, secondo cui la rinvenuta opera del Salvator Mundi, raffigurante una sfera di rocca in mano al Cristo, pagata da un principe saudita (nel 2017) 450 milioni di dollari, sia attribuibile a Leonardo, in quanto il volto di Gesù è simile a quello del re di Francia, cui era molto legato. Lo studioso contesta le critiche di coloro che ritengono il Salvator Mundi troppo statico rispetto ai soggetti abitualmente dipinti in movimento da Leonardo, affermando che all’epoca l’autore avesse bisogno di denaro e quindi si fosse adattato a raffigurare il proprio committente, come in uso nel Rinascimento.

Da ciò emerge come Leonardo da Vinci, riconosciuto a livello mondiale un genio dell’arte e della scienza, ai suoi tempi non sia stato apprezzato come riteneva di meritare, abbia avuto difficoltà a sopravvivere e rappresenti quello che oggi verrebbe chiamato un “cervello in fuga”, in cerca di quella fortuna e stima che ha ottenuto postumo, specie visti i prezzi esorbitanti pagati per le sue opere.