L’operazione Christmas drop

 


 

Ciao a tutti! Mi chiamo Francesca Nicolini e sono della classe 3C.

Ormai siamo a dicembre e, come credo, tutti noi abbiamo già fatto l’albero di Natale, il presepe, addobbato tutta la casa con decorazioni natalizie e visto molti film natalizi su Netflix, Amazon Prime video o su siti streaming. Oggi vi volevo parlare di un film uscito da poco sulla piattaforma Netflix: “Christmas Drop: operazioni regali”. A una prima analisi il film potrebbe essere giudicato in maniera errata perché considerato come il solito film romantico banale …

La caratteristica di questo film, però, che, secondo me, lo rende unico è la trama; perché è un film basato su una storia vera. Infatti, il film è incentrato sull’operazione Christmas Drop (OCD): una tradizione unica iniziata nel dicembre del 1952 come esercizio di addestramento per il 54° squadrone dell’Air Force a Guam, un’isola situata nell’Oceano Pacifico occidentale vicino alle Hawaii. L’equipaggio di un velivolo stava volando a sud di Guam, quando, ad un certo punto, vide gli isolani salutarli. Essendo un periodo dell’anno caratterizzato da amore e spirito natalizio, l’equipaggio raccolse rapidamente alcuni oggetti che avevano sull’aereo, li mise in un contenitore con un paracadute attaccato e lasciò cadere il carico. Il risultato di questo atto è stato entusiasmante sia per l’anima dei piloti sia per la salute degli abitanti, perché all’epoca l’isola non aveva né elettricità né acqua corrente e veniva periodicamente colpita dai tifoni. 

Così, si decise di continuare anno dopo anno a regalare viveri e oggetti di prima necessità, a partire dagli alimenti, come latte in polvere, prodotti in scatola, riso, vestiario, materiale scolastico, giocattoli, medicinali, a finire con oggetti da lavoro, come reti da pesca, materiali da costruzione e fucili subacquei. Essi, poi, vengono messi in scatole con paracadute riproposti e pallet consumabili che non richiedono attrezzature per disimballare. 

Oggi, l’operazione Christmas Drop è l’operazione di trasporto aereo umanitario più longeva del Dipartimento della Difesa, ed è resa grazie alle donazioni dei cittadini, delle imprese locali, dei gruppi della chiesa e da attività sponsorizzate come tornei di golf e corse sponsorizzate. Gli stati coinvolti non sono solo gli Stati Uniti, il primo stato che ha aderito all’iniziativa, ma nel tempo si sono aggiunte anche le forze aeree del Giappone, dell’Australia e della Nuova Zelanda, la quale si è recentemente unita allo sforzo lo scorso anno. I piloti offrono volontariamente il loro tempo per aiutare persone più bisognose di loro e, allo stesso tempo, si allenano a pilotare gli aerei per future missioni umanitarie o di guerra.

Un’altra caratteristica del film sono le scene dell’isola perché sono vere riprese girate l’anno scorso. L’ambiente dell’isola sembra quasi un paradiso: si passa dalla giungla alla spiaggia, dal bar sulla spiaggia alla base, dalle abitazioni al mercato civile della città principale.

Un’ultima caratteristica, secondo me la più bella e significativa, è che l’operazione, attraverso l’altruismo e lo spirito festivo delle persone, sostiene la comunità e rende il Natale della popolazione delle cinquanta isole, non facilmente raggiungibili in barca, un vero e proprio Natale. La missione si svolge nell’arco di una settimana e mezza, a differenza di quella nel film che dura un giorno, e rende la comunità molto più unita sotto uno spirito positivo; questo per me è un grande insegnamento del film: come l’altruismo delle persone con più possibilità economiche possa aiutare molte persone. E, infine, credo che per migliorare il mondo in cui viviamo noi abbiamo realmente bisogno di questo spirito; uno spirito ancora molto lontano per molte persone.