Ucraina. Il brutale meccanismo dell’economia

Il massacro di Hitler ha lasciato il segno nella storia, è stato l’apice

della violenza umana, poi sono arrivate le bombe atomiche su Hiroshima

e Nagasaki, che hanno causato la morte di circa 200.000 civili, Belgrado

(1999 – 78 giorni di raid aerei, 2500 morti e 12.000 feriti) e gli eccidi in

Iraq, Siria, Cecenia, Kurdistan… Infine, l’Ucraina.

La Storia si ripete, fra eccidi e retorica: “Per oltre trent’anni

– scrive Gino Strada – ho letto e ascoltato bugie sulla guerra.

Che la motivazione, o più spesso la scusa, per una guerra fosse

sconfiggere il terrorismo o rimuovere un dittatore, oppure portare

libertà e democrazia, sempre me la trovavo davanti nella sua unica

verità: le vittime.

(La guerra piace a chi non la conosce, da Una persona alla volta, Feltrinelli, Milano, 2022)

L’uomo è dominato da due sfere contrastanti: quella collettiva, cioè dell’inevitabile unione con altri uomini (amor naturalis) accomunati dagli stessi interessi, che ha dato inizio allo sviluppo della civiltà, e la sfera individuale, che nella moderna società dei consumi predomina sull’altra. Questo perché l’homo economicus ha magnificato un istinto di sopravvivenza che porta a mettersi in contrasto con la natura e anche con i suoi stessi simili, spingendolo ad agire sempre per i propri interessi, visto che l’egoismo è un elemento intrinseco al sistema.

La guerra è sicuramente l’esemplificazione di quella che è la natura dell’uomo, è sempre esistita, ma si è presentata in forme diverse nella Storia.

La guerra ha sempre portato distruzione e vittime innocenti, ma nel Novecento la situazione degenera e ogni guerra è un vero e proprio massacro. Questo deriva anche dal fatto che, con la rivoluzione industriale, l’industria siderurgica si è evoluta, dando la possibilità di creare armi sempre più potenti.

Il brutale meccanismo dell’economia ha assorbito in sé l’uomo, portandolo a desiderare sempre di più, a voler affermare la propria superiorità e, quindi, a condurre guerre solo per interessi particolari, senza tener conto degli altri, anzi infliggendo morte e sofferenza.

La verità è che spesso si pensa di essere così superiori da vincere in breve tempo, senza dover impegnare troppe forze sul campo, ma ci si sbaglia perché i processi di una guerra sono imprevedibili. È in questo momento che la situazione sfugge di mano e, invece di essere una “piccola operazione militare”, degenera in un conflitto senza più una via di uscita: si combatte solo per abbattere il nemico.

La Prima guerra mondiale è stata una guerra di trincea, di logoramento che non ha portato agli obiettivi desiderati, ma solo alla morte di molti soldati e alla sofferenza di quelli sopravvissuti, perché condannati ad una vita di dolore ormai priva di senso, totalmente distrutta. 

Tale condizione la vediamo bene nelle liriche di Ungaretti che tuttavia, afflitto dagli orrori della guerra, vede nella luce del mattino un sorriso dell’universo (“Mattina“-L’Allegria).

Più si va avanti nella storia, più si assiste ad episodi tragici: è il caso dell’Olocausto. È assurdo pensare che l’uomo possa arrivare a certi esiti: milioni di ebrei sono stati uccisi solo per un’idea di civiltà distorta e malata. È impressionante la potenza della guerra e come essa sia un’arma di distruzione totale, anzi di autodistruzione.

Il massacro di Hitler ha lasciato il segno nella storia, è stato l’apice della violenza umana, poi sono arrivate le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, che hanno causato la morte di circa 200.000 civili.

Si ripete spesso che eventi così non debbano più accadere, ma ancora una volta l’uomo è riuscito a stupire se stesso: quello che stiamo vivendo oggi sul fronte ucraino reitera l’orrore, dopo il bombardamento di Belgrado (1999 – 78 giorni di raid aerei, 2500 morti e 12.000 feriti) e gli eccidi in Iraq, Siria, Cecenia, Kurdistan…

Apparentemente viviamo in un mondo dove i valori di libertà, di pace sono consolidati, eppure visti gli eventi ucraini tutto viene messo in discussione. Al di là degli interessi geopolitici, come può un uomo o una nazione o un consorzio di potenze pensare di sconvolgere la vita di migliaia di famiglie da un giorno all’altro: passare da una vita normale a dover essere la “Resistenza”, per proteggere la propria casa e i propri valori di nazione. 

Tra l’altro, mentre all’inizio l’esercito russo sembrava avere una strategia, ora si ritrova a condurre un’azione di massacri nei confronti dei civili.              

I massmedia non saranno sicuramente limpidi, ma vedere immagini di fosse comuni fa venire i brividi: intere famiglie torturate e uccise, migliaia di civili portati alla morte, tutti vittime di una guerra che sembrava lontana dall’Europa.

Questi sono i fatti, la storia si sta ripetendo, la guerra non porta altro che la morte dei civili che sono obbligati a subire gli atroci effetti di questa macchina da distruzione e delle menti malate dei potenti.