La piazza, i giovani e le responsabilità

Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati da un continuo sviluppo che ha portato a numerosi cambiamenti di tipo economico, sociale e politico. In questo contesto diventa nuovamente protagonista la piazza, capace di alzare la voce del popolo, carica di promesse non rispettate e di richieste alla classe dirigente, percepita ormai meno rappresentativa dei bisogni del popolo. Motori del movimento sono i giovani, portatori di nuovi valori, idee e utopie, con posizioni più aperte e innovative in tutti i campi: dalla politica ai diritti civili.

La stessa storia contemporanea sostiene i movimenti di piazza con la forza dell’esempio: si pensi alla primavera araba, ossia alla serie di proteste ed agitazioni cominciate tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, che hanno coinvolto più di dieci Paesi tra nord Africa, Vicino Oriente e Medio Oriente, oppure, andando più in là nel tempo, alla “rivoluzione” del 1968 caratterizzata proprio da grandi movimenti di massa socialmente eterogenei (operai, studenti e gruppi etnici minoritari).

Quasi tutti i Paesi del mondo hanno visto più volte scendere i giovani in piazza, con la loro forte carica di contestazione contro i pregiudizi sociopolitici. Oggi questo fenomeno si è evoluto autonomamente in tutto il mondo, dando vita a numerose manifestazioni: pensiamo per esempio ad Hong Kong, dove per più di venti settimane sono continuate le proteste portate avanti dai giovani contro il pericolo di un crescente controllo cinese sulla ex colonia britannica, o alla battaglia portata avanti da Greta Thunberg, appena diciassettenne, contro i cambiamenti climatici, battaglia che ha visto la nascita di un movimento ambientalista con rilievo a livello internazionale.

In queste ultime settimane si è imposto all’attenzione il movimento delle sardine: il movimento di attivismo politico italiano nato in opposizione al populismo e al sovranismo, che caratterizzano alcuni partiti della destra italiana.

La piazza diventa quindi luogo dell’esercizio delle proprie responsabilità: presa di coscienza dei problemi che affliggono la comunità al fine di far valer i propri diritti, in quanto è di ognuno la responsabilità sul proprio destino e sul destino di tutti.

È quindi necessario ascoltare i giovani, che diventano motori dell’innovazione e futura classe dirigente, allo scopo di risollevare le sorti di un mondo caratterizzato da crisi politiche, economiche e sociali, causate dal divario sempre maggiore tra nord e sud del mondo e, all’interno dei singoli Stati, tra ricchi e poveri.