La prima vittima a morire in guerra è la verità

Quando scoppia una guerra ogni giornale, telegiornale, reportage ne parla e molto spesso le loro informazioni/opinioni sono contrastanti, e qui sorge il dubbio, qual è la verità?

Questi dubbi persistono già dai tempi antichi, prova ne sia la frase del tragediografo greco Eschilo: “In guerra la prima vittima è la verità”; nonostante siano passati molti secoli questa affermazione è ancora attuale.

Ai nostri giorni le guerre sono innumerevoli, ma di alcune non sappiamo nulla, basti pensare al genocidio in Congo. È altrettanto vero, però, che ci sono altri conflitti sotto i riflettori di una continua propaganda, che altera la nostra percezione della realtà. Questo perché i potenti tendono a dire le cose solo ed esclusivamente se sono favorevoli. E quando le azioni militari non vanno per il verso giusto utilizzano l’espediente dell'”arma magica”, chiamata così perché serve a nascondere i fallimenti militari e ad aumentare la sopportazione dei cittadini. Per allontanare il nostro sguardo dal presente (morti inutili, crisi economica, vittoria che si allontana) ad un futuro certamente vincente, la stampa più allineata parla di un’arma magica che sconfiggerà il nemico, sempre allo sbando e impreparato: in Ucraina, prima i Patriot, poi i Leopard, gli F-16, ora i missili a lunga gittata. Un altro esempio può essere il genocidio in Palestina compiuto dagli Israeliani. In realtà, lo sterminio di civili è inversamente proporzionale al numero dei nemici uccisi: un modo per mascherare il fatto che Netanyahu non riesca a sconfiggere i miliziani di Hamas, cosa già avvenuta durante altri conflitti che coinvolgevano Israele, ad esempio in Libano. 

Ma l’alterazione propagandistica della verità è un’azione che riguarda anche noi Occidentali, anzi forse siamo noi i migliori nel farlo. Se si riflette bene, infatti, molte delle affermazioni dei nostri media sono illogiche e contrastanti tra loro: perché condanniamo (giustamente) Putin per i suoi crimini di guerra (diecimila morti fra i civili in due anni) e non Netanyahu (trentamila civili assassinati in due mesi, in prevalenza donne e bambini)?  Perché gli USA, difensori della pace, hanno bombardato illegalmente, cioè violando il diritto internazionale, l’Iraq, la Serbia e altri paesi? La maggior parte dei nostri giornali tende a definirci i “buoni” in qualsiasi conflitto ci riguardi, ma in realtà, se si riflette bene su quanto avvenuto dopo la seconda guerra mondiale, l’Europa e l’America non hanno fermato nessun massacro, anzi forse ne hanno provocati tanti e inutilmente.

La propaganda di guerra riguarda anche il passato, ma ora abbiamo un’arma che può aiutare o peggiorare la situazione. Da quando è nato, il giornalismo è sempre stato un problema per i potenti, poiché permette al popolo di conoscere la verità e di opporsi. Tuttavia, oggi sembrano prevalere i giornalisti con l’elmetto in testa, che cercano di oscurare la verità, chiamano “alle armi” comodamente seduti e quasi sempre scrivono per grandi giornali e hanno grande spazio in TV.

Per fortuna, possiamo contare ancora sulla presenza di intellettuali, storici, liberi pensatori che attraverso articoli o (rari) programmi televisivi combattono l’ignoranza, cercano di sottolineare le verità scomode e smascherare la fake news della propaganda di guerra.