Pensieri sulla didattica a distanza

 

In questi due mesi di lock-down si è parlato molto della scuola e in particolare della didattica a distanza come unico strumento per continuare a svolgere le lezioni e finire l’anno scolastico. Mentre molti “esterni” esprimono le proprie considerazioni, la maggior parte a completo favore di questa metodologia di apprendimento temporanea, a pochi è venuta l’idea di chiedere a uno dei due gruppi interessati, gli studenti, di esprimere le proprie considerazioni riguardo tale tematica.

Ho quindi deciso di porre semplici domande a compagni di classe e amici legate alla loro personale esperienza riguardo la didattica a distanza. Non ho voluto riportare tutte le interviste,  bensì il quadro generale risultato da queste. 

Subito è stato possibile sottolineare la comune presenza, in tutte le esperienze di lock-down, di uno stress sempre crescente. Quest’ultimo, secondo gli intervistati, non è stato originato dalla didattica a distanza, ma è sfociata su di essa. L’origine va infatti trovata in un insieme di fattori legati alla convivenza ristretta all’ambiente domestico, al distanziamento sociale, alla limitata possibilità di sfogo e al deterioramento dei rapporti con i propri genitori. Lo stress accumulato  va quindi ad influire negativamente sulle prestazioni dell’alunno durante verifiche ed interrogazioni.

Queste condizioni purtroppo vengono condivise anche dai professori e da entrambi i “lati” della didattica a distanza si è impossibilitati a dare il meglio. Ciò rende ovviamente l’apprendimento più difficile per lo studente e l’insegnamento per i docenti. L’inizio della fase due e l’arrivo dell’estate sembra darci una boccata d’aria. Tutti gli intervistati, infatti, nell’ultima settimana si ritengono più contenti e meno stressati in quanto godono di maggiore possibilità di uscire. 

La tematica principale è però legata alle lezioni. Tutti riscontrano una mancanza di stimoli, che non consente loro di seguire le lezioni con interesse e costanza. Partecipare attivamente risulta sempre più difficile. L’attenzione cala drasticamente e con lei i voti. La situazione è quindi ciclica: il calo e lo stress portano a cattivi voti. Questi a loro volta portano nuovamente a stress e all’allontanamento dalle lezioni, e il ciclo ricomincia.

Tutti, inoltre, trovano molto stancante guardare lo schermo di computer, tablet e cellulari, anche per cinque ore di fila. Tutti si sono trovati d’accordo con l’affermare che i dieci minuti di pausa inseriti tra una lezione e la successiva, siano necessari per riposare gli occhi. 

L’ultima domanda riguardava non più la loro percezione della didattica a distanza, ma il possesso di attrezzature necessarie a seguire le lezioni. Per fortuna tutti hanno dichiarato di avere gli strumenti necessari, ma ognuno di loro ha affermato che conosceva qualcuno che quasi giornalmente aveva problemi a connettersi. Questo è un altro problema poco considerato, ma purtroppo presente in molte realtà. 

Vorrei concludere ringraziando comunque tutti i professori che, riuscendo a collaborare con noi alunni, ci hanno permesso di portare a termine l’anno scolastico, nonostante le grandi e numerose difficoltà che hanno caratterizzato questi mesi.