Università allo sfacelo

Aule fatiscenti, computer obsoleti, facciate impalcate da anni e proiettori inutilizzabili. Non stiamo parlando di una scuola del Terzo Mondo, bensì della Facoltà di Ingegneria di Genova. Al terzo posto nella classifica CENSIS delle migliori Facoltà di Ingegneria italiane nel 2012, è crollata al settimo nel 2013.

Proviamo ad analizzare alcuni motivi che potrebbero aver contribuito a questo risultato. 

 

L’aula informatica principale del polo di Albaro, a disposizione di Ingegneri Informatici, Biomedici, Elettronici e Meccanici, è dotata solamente di una trentina di computer. Questi, lasciati nell’anarchia più totale da anni, sono diventati vecchi e pieni di una quantità di spazzatura tale da renderli quasi inutilizzabili. Tralasciando quelli che proprio non riescono a partire, gli altri sono di una lentezza esasperante, sia in avvio che durante l’utilizzo. Gli studenti sono costretti a portarsi il computer da casa per riuscire a lavorare.

Molti esami si svolgono in quest’aula e gli studenti devono lottare contro il tempo per riuscire a completare il compito, sperando di non perdere il proprio lavoro a causa di un, niente affatto raro, blocco del computer, spesso dotati di vecchi schermi a tubo catodico.

Fa specie pensare che l’aula informatica di Giurisprudenza sia stata rinnovata di recente con circa 50 postazioni nuove che quasi nessuno usa, mentre ad Ingegneria dove il PC è usato in modo intensivo i computer sono così vecchi da essere praticamente inutilizzabili.

Un altro strumento molto utilizzato è il proiettore. Tutte le aule ne sono dotate, anche se spesso e volentieri sono così vecchi da emettere una luce talmente fioca da dover stare completamente al buio per poter vedere l’immagine proiettata. Eclatante però è il caso dell’aula dove il proiettore non funziona più da Settembre e, all’inizio di Novembre, i tecnici hanno chiuso il locale un’intera giornata per constatarne il mancato funzionamento! Non è ancora stato sostituito e, nel frattempo, i docenti devono arrangiarsi con un proiettore portatile. Uno solo in tutto il dipartimento, con un piedino di sostegno rotto (occorre mettere uno spessore per tenerlo in posizione) e conteso tra i vari docenti: chi se lo aggiudica per primo può fare lezione! Chi arriva dopo, invece, deve arrangiarsi con i vecchi metodi.

L’edificio dove si tengono le lezioni è ormai impalcato da tre anni, non si capisce se per lavori o a causa della facciata pericolante. Capita anche che le impalcature stesse siano pericolanti, costringendo così gli studenti ad entrare non dall’ingresso principale ma passando dentro un’aula dove un povero docente sta provando a fare lezione nonostante il via vai di gente.

Il nuovo sistema di inserimento dei piani di studio on-line, invece, manca di alcune funzionalità fondamentali, così molti studenti devono consegnarlo con il vecchio metodo cartaceo facendo imbestialire le impiegate allo Sportello che pregustavano un “meritato” riposo grazie all’evoluzione tecnologica.

Senza parlare delle aule dove si contano più i seggiolini rotti che quelli utilizzabili, oppure le uniche due vie d’accesso al Polo, pericolanti ed affollate di escrementi di cane più o meno liquidi,  che gli studenti devono percorrere ogni mattina non avendo “l’auto blu” che li accompagna in Università.

Stiamo parlando della Facoltà di Ingegneria di Genova, terza Facoltà di Ingegneria d’Italia fino al 2012.