Patria e Onore!

Mio padre, fino a poche settimane fa, raccontava sempre le avventure che aveva vissuto da diciottenne. Mi narrava dell’amore che aveva appena conosciuto, mia madre, e di come la lontananza durante l’anno di leva non avesse interrotto i loro sentimenti. Mi descriveva per filo e per segno ogni istante, ogni risata, ogni avversità che aveva affrontato con i suoi compagni d’armi. I piegamenti collettivi, la doccia fredda, la perfetta organizzazione di ogni momento della giornata…. Non potevo capire, anzi, spesso ridevo delle cose che mi raccontava da quanto mi parevano assurde. Ora tutto è cambiato. In due mesi di Accademia Navale ho avuto il piacere di provare di persona le esperienze che già erano capitate a mio padre e posso solo dire che sono tutte meravigliose. Sono certamente alternative ed inconsuete per un giovane d’oggi, ma non passa attimo che io non smetta di credere in quello che rappresentiamo. 

 

Prima di dilungarmi nel salutare tutte quelle persone – amici, familiari, professori – che hanno fatto la mia fortuna dandomi l’istruzione, lo spirito e la forza per affrontare l’Accademia, vorrei raccontarvi della “giornata-tipo” accademica. 
Iniziamo con la sveglia, che regolarmente sarebbe alle 06.25, ma che diventa spesso e volentieri 05.50 per andare a correre o in piscina e, alcuni giorni, alle 05.15 per marciare. In venti minuti, tutta la mia concentrazione e velocità viene spesa in piccole azioni che, quand’era ancora estate e io stavo velocemente terminando la mia adolescenza, facevo tranquillamente alle 08.00 in circa un’ora. Dopo la tromba, infatti, dobbiamo lavarci e vestirci; tuttavia abbiamo una sequenza di azioni da rispettare che non vanno invertite per nessuna ragione: levarsi la maglia, fare il cubo (cioè piegare le lenzuola e riporle sotto il cuscino), lavarsi i denti e radersi, rifare il letto, infilarsi i pantaloni, le scarpe e, solo alla fine, camicia e maglione. Finito ciò, quando tutto sono pronti, viene presentato il dormitorio all’Aspirante Guardiamarina inquadratore (d’ora in poi, per comodità, abbreviato in AGM). 
È qui che inizia la vera e propria giornata. Appena presentato il dormitorio, infatti, inizia il primo periodo della giornata, che ne comprende dieci, chiamato “periodo estremo”. Il nome, ironicamente parlando, potrebbe riferirsi a quanto sia difficile svegliarsi presto la mattina dopo l’attività del giorno precedente. Il programma della giornata è posto al quadro davanti alla Segreteria, che va costantemente letto per essere sicuri dell’attività da svolgere (solitamente l’attività di periodo estremo si legge la sera prima). Qui, a seconda della giornata, ci si può sbizzarrire in più sport: dalla semplice corsa allo stadio, cui perimetro misura circa 1 km, alla mezz’ora di vasche in piscina una di seguito all’altra. Dopo l’allenamento, doccia e poi Assemblea. 
Le Assemblee della giornata sono quattro e vanno trattate come un argomento separato, perché tante sono le cose da raccontare. L’Assemblea è quella che nell’Esercito viene chiamata Adunata, in cui tutte le Classi della Brigata Allievi (Prima, Seconda e Terza) si schierano nel Piazzale dell’Accademia (o in galleria se le condizioni meteo non lo permettono). L’unica Assemblea in cui si schiera solo la Prima Classe è quella notturna, alla quale non partecipano gli “anziani” (Seconda Classe) e gli “aspiranti” (Terza Classe). Mentre si è schierati, gli AGM inquadratori (figure di riferimento per ogni singola sezione della Prima Classe) risolvono i dubbi di ognuno di noi (e vi assicuro che sono tanti). 
Subito dopo l’Assemblea tutti gli schieramenti vengono portati verso la Mensa Allievi per una colazione fugace. Dopo circa 20 minuti di ricreazione si passa alle normali cinque ore di lezione, diverse giorno per giorno e a seconda del Corpo di appartenenza (nel mio caso, Genio Navale, informatica, fisica, chimica, analisi, inglese, geometria, disegno tecnico e storia navale). Finite le lezioni, con piccole pause di dieci minuti tra un’ora e l’altra e una ricreazione lunga alle 11.10 di venti minuti, alle 13.15 ci si schiera per la seconda Assemblea, la Meridiana, nella quale vengono lette alcune delle ricompense e delle sanzioni disciplinari. Quasi tutte le persone che hanno preso rapporto il giorno precedente, in questo modo, conosceranno la loro sanzione, che comunque andrà letta e firmata personalmente. 
L’attività al pomeriggio è diversa per ogni singolo allievo. È cura dell’Allievo di servizio per la Sezione, che cambia settimanalmente, sapere dove siano e cosa stiano facendo tutti i membri della propria Sezione. Il programma può essere svariato: vela, tennis, calcio, nuoto, stadio, allenamenti di velocità, vasca voga, canottaggio e altre che ancora non abbiamo avuto il piacere di provare. Finiti i due periodi programmati, si hanno due ore di studio individuale in cui la postura deve essere perfetta. Piedi uniti, schiena dritta, gomiti mai appoggiati sul banchino e via dicendo. Massimo silenzio, ovviamente. Alla sera Assemblea serale, cena e poi ricreazione fino all’ultima Assemblea, dopo la quale si hanno 7 minuti di “pratiche” (doccia compresa) nei quali si deve essere pronti per andare a letto. 
Ci sarebbero un’infinità di altre cose da raccontare. Volete un parere sincero? È una vita piuttosto dura. Quando la sera si arriva nei due periodi di studio, dopo tutta quell’attività fisica, viene voglia di addormentarsi sul banchino. E fino al Giuramento Solenne, il 7 Dicembre, viene svolto dagli anziani il cosiddetto “travaso di esperienze”, in cui ci subissano di domande sulla Marina e di cultura generale spingendoci a cercare informazioni nei luoghi più impensati, forse l’attività mentalmente più pesante per la vastità della quantità di informazioni da ricordare. In generale, si arriva stanchi. Ma come dice la mia ragazza, dopo più di quattro anni di fidanzamento, “dobbiamo seguire i nostri sogni”, nonostante la malinconia, le avversità, la nostalgia e le difficoltà. Insieme a lei, insieme ai miei nuovi amici (i cosiddetti “frà di Corso”), a quelli vecchi (quelli del Liceo soprattutto), alla famiglia e ai parenti più lontani è facile pensare di poter sopravvivere alla Prima Classe. Anzi, di poterla vivere. 
Voglio infine salutare tutti i miei professori: il prof. D’Amico, che mi ha insegnato a scrivere e a leggere la realtà con occhio critico, la prof. Ravera, che mi ha dato delle grossi lezioni di vita e il prof. Bellonotto, che mi ha insegnato a non addormentarmi durante le lezioni. Naturalmente un grosso grazie anche a tutti gli altri, senza di voi non sarei mai arrivato nel luogo in cui mi trovo. Solo grazie a voi ho imparato il vero significato delle due parole che ogni giorno leggo sulla torre dell’orologio nel Sacro Piazzale dell’Accademia: Patria e Onore.
Vento in poppa!