Conflitto Russo-Ucraino: la pace giusta è solo quella possibile

Questo febbraio siamo entrati nel terzo anno di guerra in Ucraina, scatenata dall’aggressione della Russia. L’esercito russo ha occupato il 18% del territorio. Il numero delle vittime è spaventoso, soprattutto fra i soldati di entrambi gli schieramenti; quello delle vittime civili, ucraine e russe, è inaccettabile. In una situazione del genere qual è la soluzione a cui bisogna puntare? La pace, perché dovrebbe essere un diritto inviolabile di ogni nazione vivere in pace nei propri territori e la storia dovrebbe averci insegnato che per risolvere le contese serve la diplomazia e non la distruzione.

Cosa significa pace? Pace vuol dire raggiungere un accordo in base a un interesse che va oltre la fine delle ostilità, e porta con sé dei vantaggi per ogni parte. Si può fare la pace anche con chi ti ha aggredito, con chi non rispetta il diritto internazionale e l’autodeterminazione dei popoli. E con chi se non con il nemico? La volontà di resistere degli ucraini è ancora forte, ma il numero dei disertori, dei renitenti alla leva, di chi non vuole morire cresce ogni giorno di più. Una nazione ha diritto alla resistenza, ma continuare la guerra vorrebbe dire perdere non solo altre vite umane, ma anche la possibilità di vivere in un paese libero e democratico. Infatti, la guerra ha portato in Ucraina la legge marziale, i partiti di opposizione sono stati dichiarati illegali, esistono solo giornali ed emittenti governativi, i cittadini russofoni (il 40% della popolazione) hanno perso il diritto a parlare la propria lingua, e a praticare la propria religione, le minoranze etniche (come quella ungherese) non sono tutelate; la pace, invece, consentirebbe di portare avanti la democratizzazione del paese, che è la condizione per entrare a far parte dell’UE.

Non si può lasciare sola l’Ucraina per resistere e, soprattutto, per costruire la possibilità della pace. A metà dicembre l’Unione Europea ha aperto i negoziati per l’adesione dell’Ucraina, e questo è uno dei mezzi per consolidare e garantire un processo di pace tra i due governi in guerra. Oltre alla possibilità di entrare in UE, ci vorrebbe un tavolo diplomatico tra America e Cina, due super potenze che sono indirettamente coinvolte nella strategia di guerra e potrebbero farsi garanti della pace.

La pace ha bisogno di equilibrio, considerando il diritto alla sicurezza per tutte le parti in causa. C’è chi dice che la Russia non combatta per la terra, mentre l’Ucraina combatte per costruire democrazia: sicuramente i cittadini di entrambe vogliono vivere. Ecco un “interesse comune” che soddisfa tutti, per questo si devono riattivare il dialogo, lo scambio economico e culturale, la fiducia reciproca, rafforzando i rapporti con il resto del mondo.

Un’altra possibilità è seguire il suggerimento dell’ex segretario generale della Nato, Andersen Fogh Rasmussen, che ha suggerito di accettare nella Nato un’Ucraina privata dei territori attualmente occupati dalla Russia. Un’intesa di questo tipo, basata sul principio di realtà, potrebbe trasformare la linea del fronte in una frontiera e mettere subito fine all’inutile carneficina.

La pace, possiamo concludere, può essere un obiettivo concreto non raggiungibile da Ucraina e Russia da soli, ma con la volontà di tutti gli Stati che hanno interesse a non lasciare che scoppi una terza guerra mondiale.