Decreto cannabis: sì o no?

Nel mese di luglio la Corte di Cassazione ha dichiarato reato vendere tutti i prodotti derivanti dalla cannabis, ordinando la progressiva chiusura dei cannabis shop, diffusi non solo nelle grandi città.

Il 19 dicembre 2019, tuttavia, la Cassazione emette la sentenza sulla legalizzazione della cannabis: coltivarla in modiche quantità, per farne un uso esclusivamente personale, non sarebbe (per il momento) un reato.

Alcuni giudici sostengono che la legalizzazione può essere considerata come un attentato alla salute dei singoli, in quanto sminuirebbe l’idea della pericolosità della cannabis stessa, droga dannosa e che crea dipendenza. L’uso di stupefacenti è in aumento anche tra i ragazzi quindicenni. Sono in arrivo nuove sostanze che possono peggiorare la situazione e non bisogna dimenticare che ogni 26 ore si registra una vittima a causa del consumo di droga, tuttavia non si tratta quasi mai di cannabis. *

Oltre a pensare alla tutela della salute pubblica, bisogna considerare anche l’aspetto legale della questione: la liberalizzazione potrebbe depotenziare le aree di spaccio in mano alla malavita organizzata. I sostenitori del nuovo decreto identificano la sentenza come un’arma contro il mercato nero, il quale diminuirebbe, dando spazio ad un nuovo commercio legale e controllato. 

Consideriamo, ora, un altro aspetto benefico che possiamo ottenere da una piantina di cannabis: malati cronici gravi potranno assumere marijuana in quantità superiori a quelle farmacologiche, ma sempre nel limite della legge, per alleviare il dolore. La droga, in questi casi, migliorerebbe la  qualità di vita di alcune persone.

Ma, il resto della popolazione, riuscirà a trarne dei benefici? La cannabis rimane comunque una droga dalla cui dipendenza è bene guardarsi. Le comunità che si occupano del recupero dei tossicodipendenti chiederanno una revisione del testo legislativo, intanto nessuno fa nulla contro il consumo di alcolici, in aumento esponenziale fra i giovani, che sta devastando la mente e la vita della nostra generazione. 

 

     * Note: Quotidiano “La Stampa”