ECOMAFIA

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Il termine ecomafia nella lingua italiana è un neologismo coniato dall’associazione ambientalista italiana Legambiente per indicare le attività illegali delle organizzazioni criminali, generalmente di tipo mafioso, che arrecano danni all’ambiente. In particolare sono generalmente definite ecomafie le associazioni criminali dedite al traffico di rifiuti e allo smaltimento illegale degli stessi.

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In Italia lo smaltimento illegale di rifiuti tossici ha riguardato in particolare modo la Campania; alcune zone geografiche della regione sono state denominate con appellativi specifici ad indicare la gravità dello sversamento illegale, Triangolo della morte Acerra-Nola_Marigliano, Terra dei Fuochi. Nonostante l’attenzione e la repressione, secondo l’agenzia governativa Apat in Italia nel 1999 sono stati prodotti 72.5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui 23 milioni da industrie di costruzione e 4 milioni considerati rifiuti pericolosi.

Il Sud Italiaè l’area dove la maggior parte di questi rifiuti vanno a finire, in particolare lungo le cosiddette “Rotta Adriatica” e “Rotta Tirrenica”, dal nord verso la Puglia e verso la Campania-Calabria. Parte dei rifiuti viene sotterrata in cave abusive, già oggetto di reati ambientali di escavazione. Nel Nord Italia in più casi è stato accertato lo smaltimento di fanghi tossici come fertilizzanti in campi coltivati. Ma l’Italia è anche il crocevia di traffici internazionali di rifiuti, provenienti dai paesi europei e destinati in Nigeria, Mozambico, Somalia,Romania. 

La locuzione “Terra dei fuochi” individua una vasta area situata nell’Italia meridionale, tra le province di Napoli e di Caserta , caratterizzata dalla forte presenza di rifiuti tossici e soprattutto di numerosi roghi di rifiuti. La “Terra dei fuochi” comprende un territorio  di 1076 chilometri quadrati, nel quale sono situati 57 comuni, nei quali risiedono circa 2 milioni e mezzo di abitanti. In molti casi, i cumuli di rifiuti, illegalmente riversati nelle campagne, o ai margini delle strade, vengono incendiati dando luogo a roghi i cui fumi diffondono nell’atmosfera e nelle terre circostanti sostanze tossiche.

Da molti decenni, nelle campagne campane si sono verificati sversamenti di rifiuti industriali, rifiuti tossici e nucleari. In particolare, nelle zone di Succivo, Aversa, Caivano, Acerra e Giugliano in Campania si sono verificati roghi di rifiuti industriali responsabili di un alto tasso di tumori che hanno colpito soprattutto giovani donne, al seno e alla tiroide, e bambini.