PROMESSI SPOSI. UN ROMANZO DA AULA

I promessi sposi sono un romanzo ambientato nel Seicento che narra le vicende di Renzo e Lucia, una coppia che si deve sposare ma che, ostacolata da un nobile, si trova ad affrontare “decine di capitoli” di vicende, prima di arrivare davvero al matrimonio.

Il romanzo di Manzoni oggi è considerato uno dei migliori mai scritti, adorato dalla critica e spesso detestato da chi è costretto a leggerlo a scuola. Tuttavia, non è sempre stato così. Appena uscito non era piaciuto mica tanto all’alta borghesia e persino il grande Leopardi lo criticava, definendolo un romanzo da poco, al contrario del lettore medio che ne fu subito entusiasta.

Non mancarono le critiche degli intellettuali che non accettavano come veniva descritto il popolo e la medesima critica fu sollevata dai critici marxisti che, come ci si può aspettare, non impazzivano per l’ironia manzoniana rivolta al proletariato dell’epoca; ma non vi aspettate che alla nobiltà andasse bene, perché nella vicenda la nobiltà fa una figura pessima, basti pensare a don Rodrigo.

Tirando le somme, gli unici a cui piacque fin da subito furono i membri della classe media dei lettori, che si unì però subito all’appello nel momento in cui il romanzo divenne obbligatorio a scuola.

Oggi, da studente, posso dirvi che sicuramente non è una lettura facile, né lontanamente scorrevole o divertente. Costringere un adolescente a fare qualcosa è molto complesso, se poi si prova a fargli leggere un romanzo di centinaia di pagine, allora stai bello che fregato. Io stesso, se non mi fossi aiutato con un audiolibro, non lo avrei mai finito.

Che non si pensi male per carità, lo trovo un romanzo fantastico, sia nella trama che nello stile di Manzoni, che è capace di tenerti incollato alla storia, pur restando estraneo alla vicenda.

Sono fermamente convinto che questo romanzo dovrebbe fare la stessa fine del programma scolastico, che non significa non parlarne più, ma affrontarne la lettura e la comprensione in modo diverso. Una lettura a casa non offre gli stessi spunti di riflessione che può offrire un professore in classe. Se mi leggo a casa i dialoghi interiori di don Abbondio, ciò che mi arriverà sarà la visione di un vecchio fifone, ma non potrei mai avere una visione complessa del personaggio. Don Abbondio possiede caratteristiche molto peculiari che lo distaccano dagli altri personaggi del romanzo. Noi possiamo immedesimarci in don Abbondio, noi possiamo comprendere le paure e l’umanità di don abbondio. 

Tutto questo non lo avrei certamente visto, se non me lo avesse fatto notare il mio insegnante, e gliene sono grato: perché puoi far leggere tutto quello che vuoi ad un ragazzo, ma se non lo accompagni nella lettura, almeno nei punti importanti, e se non gli spieghi tutte le dinamiche, che si trovano dietro a ciò che legge, stai solo condannando un altro ragazzo ad odiare per sempre Manzoni ed i “Promessi sposi.”