Social media e depressione (3)

 

 

 

Cara generazione Z, non è un caso se siamo stati definiti come la più ansiosa e depressa di sempre. Siamo i primi a non conoscere un mondo senza tecnologie, eppure combaciare con il progresso informatico, che ha dato vita all’era dei social, ci ha resi in realtà fragili. Effettivamente c’è una vera e propria connessione tra il mondo digitale e la depressione. In uno studio pubblicato sulla rivista Depression and Anxiety, dove sono stati presi in esame 1787 americani (con una fascia d’età tra i 19 e 32 anni), si è visto come questi mediamente utilizzino i social più popolari circa 61 minuti al giorno. In aggiunta, più di un quarto degli individui è stato classificato ad alto rischio di depressione da social network. 

Un’altra ricerca sembra essere coerente con i risultati dello studio precedente: viene dimostrato come un minor utilizzo dei social riesca ad aumentare il benessere individuale e riduca stati come depressione e ansia. I risultati degli studi sono più che chiari: più tempo si spende sui social, più si è vulnerabili a patologie come depressione e ansia, dato che l’esporsi a diversi modelli idealizzati o situazione sociali può portare a manifestare sentimenti ostili. 

Ad esempio in inglese “compare and dispair” traduce perfettamente il concetto con il quale si paragona la propria vita a quella dei propri contatti social, ma la continua ansia di giudicare la propria vita può alimentare effetti negativi, in relazione alla propria autostima. Fra i ricercatori si parla anche di “Depressione da Facebook” a proposito del disagio percepito quando si vede una foto degli amici che sono in vacanza o semplicemente ad una festa, seguito dalla sensazione che si stia perdendo qualcosa, mentre gli altri si divertono.

Tra gli effetti depressivi più frequenti troviamo il concetto di “FOMO” (fear of missing out, letteralmente “paura di essere tagliati fuori”), che esprime questo tipo di ansia da esclusione. La tendenza dei social negli ultimi anni è quello di usufruire di applicazione per modificare foto del viso o del corpo, cambiando la percezione del proprio aspetto. Questo comportamento è provocato negli adolescenti da una sensazione di inadeguatezza, innescato dall’introiezione di un ideale di bellezza errato. Infatti, da altri studi, che hanno messo in relazione l’uso di Facebook e Instagram con il grado di soddisfazione del proprio corpo, è emerso che le ragazze, pur usando i social per brevi periodi di tempo, tendono a mostrare più preoccupazioni nei confronti del proprio corpo (in cui si desidera di voler cambiare qualcosa). 

In conclusione, i social ci hanno permesso di metterci in contatto, condividere e anche cercare informazioni, purtroppo l’evoluzione di queste piattaforme non sta portando a un buon fine rispetto alle aspettative iniziali. Al contrario, gli effetti negativi stanno coinvolgendo molti giovani, provocando problematiche psicologiche sempre più persistenti.