UCRAINA. DALLA PARTE DEL PROGRESSO E DELL’UMANITÀ

L’inizio della guerra in Ucraina è giunto al termine di tensioni durate anni e di una serie di colloqui diplomatici falliti. Il 24 febbraio, la Russia ha attaccato l’Ucraina da sud (dalla Crimea, annessa alla Russia nel 2014 con un referendum considerato illegale praticamente da chiunque), da nord (dalla Bielorussia, alleata di Putin) e da est, verso il Donbass, la regione più orientale dell’Ucraina, dove era già in corso una guerra dal 2014 tra separatisti filorussi ed esercito Ucraino.
È importante che la comunità internazionale continui a cercare una soluzione pacifica al conflitto in Ucraina e a sostenere gli sforzi diplomatici per porre fine alla guerra. La guerra non può risolvere i problemi, ma solo aggravarli e causare ulteriore sofferenza. La pace e la riconciliazione sono l’unica via per costruire un futuro migliore per le persone coinvolte in questo conflitto.
La realtà della guerra viene nascosta da entrambe le parti. Se si è contro la guerra non si è contro l’uno o l’altro, ma contro la guerra in quanto azione bellica. Non bisogna volere la vittoria se si è pacifisti. Ci si deve rendere conto che in una guerra non esistono buoni o cattivi.
Di base l’equazione è semplice: pace significa l’assenza di guerre. Senza guerra non ci sono armi. L’assenza di armi significa più denaro, che sarà quindi disponibile per risolvere i problemi davvero pressanti del mondo.
Come si può volere una guerra? Come si può volere la morte? Come si può fare la distinzione tra morti di una nazione e dell’altra.
Quali processi hanno contribuito alla cristallizzazione di questi concetti nelle nostre menti e in quelle dei nostri governi per giustificare, razionalizzare, e far apparire ragionevole o persino necessaria l’azione bellica? Nella guerra non c’è niente di costruttivo, è un’azione degradante e inumana, non esistono principi giusti per iniziare una guerra.
l’Italia ripudia la guerra in tutte le sue forme, pur ammettendo la guerra difensiva, in caso di attacco militare da parte di una Forza straniera. Questo è quello che dice la Costituzione italiana (art. 11). Noi non siamo sotto attacco e nessuno minaccia un’invasione del territorio italiano. Quindi noi come Stato non abbiamo nessun obbligo ad entrare in guerra, così da essere complici dell’uccisione di migliaia di vite.
Si consideri la guerra per quello che è, un’azione inumana, e si promuova la pace e la cooperazione internazionale per evitare conflitti e risolvere le controversie attraverso il dialogo e la diplomazia, al fine di trovare soluzioni giuste e durature ai problemi. Bisogna essere dalla parte del progresso e della pace, ecco l’unica risposta giusta contro la guerra. Il bivio tra guerra nucleare e trattativa è sempre più vicino.