Un pasticcio tutto americano: la cultura delle armi

 

Se vi fosse richiesto di fingervi un cittadino americano medio e di presentarvi brevemente, cosa direste? Le risposte possono essere molto varie, esattamente come varia è la popolazione statunitense, ma c’è una caratteristica che dovrebbe essere comune a quasi tutte, che mi piace immaginare in una frase del tipo “Sono un libero cittadino statunitense e adoro il mio fucile”. Può sembrare un’esagerazione ma, assieme al liberalismo, la cultura delle armi è un ingrediente fondamentale della società americana fin dai suoi albori, e gli americani ne pagano le amare conseguenze da alcuni decenni almeno: una media di 30mila morti all’anno per arma da fuoco, con un picco di quasi 40mila nel 2017.

Ecco un confronto con l’Italia, tratto da un articolo dell’AGI: “negli Stati Uniti risiedono circa 330 milioni di persone, in Italia circa 60 milioni: cinque volte e mezzo di più. In compenso, gli omicidi nel 2017 sono stati circa cinquantacinque volte di più (19.510 negli Usa e 357 in Italia). Detto in altre parole, gli omicidi negli Usa – normalizzando il dato della popolazione – sono dieci volte più frequenti che in Italia”. Come si è arrivati a ciò? Le morti per arma da fuoco sono l’ultima conseguenza di una serie di cause ed effetti, che vede la sua origine proprio nella fondazione degli Stati Uniti d’America.

Il secondo emendamento della costituzione recita: “Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”. Quando la costituzione fu stesa infatti il potere democratico era tutt’altro che stabile, ed era necessario che, nel caso un tiranno avesse tentato di impossessarsene, i cittadini potessero insorgere e fare le piume a lui e ai suoi sostenitori. Oggi invece la situazione è ben diversa e questo emendamento ha perso quasi completamente il suo valore originale: sarebbe molto difficile per un dittatore prendere il controllo del paese, perché dovrebbe ottenere il seguito dell’esercito più potente del mondo, e nel caso ci riuscisse a quel punto le rivoltelle dei civili non avrebbero molte chance contro i cacciabombardieri dell’esercito. Ciononostante esso ha causato fin da subito una grandissima facilità di accesso alle armi da parte dei cittadini ed un loro vastissimo commercio, da cui si è sviluppata nel tempo la sopracitata cultura di valorizzazione e rivendicazione delle armi.

I tentativi di modifica del secondo emendamento e di imposizione di leggi più restrittive sul controllo delle armi sono stati numerosi, ma non sono mai andati a buon fine a causa dell’opposizione degli esponenti conservatori, i quali ritengono che l’unico modo per fermare i malintenzionati armati sia quello di aggiungere altre armi, ma date in mano a persone buone. Una linea di pensiero tanto semplice quanto inefficace, destinata a durare ancora a lungo grazie al sostegno di influenti lobby come la NRA (National Rifle Association) che, a loro volta sostenute dai produttori di armi, finanziano gli oppositori delle leggi più restrittive, facendo passare questo proficuo circolo vizioso per una lotta per le libertà dei cittadini. Il risultato? Secondo i dati della CNN del 2018 ci sono 857 milioni di armi leggere (pistole e fucili) possedute da civili in tutto il mondo, di cui 393 milioni nelle mani dei soli statunitensi, e si parla solo di quelle dichiarate.

Come se ne può uscire? E’ doveroso tenere a mente che limitarsi a ridurre l’eccessiva diffusione delle armi, rendendone l’accesso più difficile, e pensare che il problema si risolva è l’equivalente di prendere una tachipirina per far scendere la febbre e pensare di aver guarito un’influenza senza badare al virus che l’ha causata: è necessario affrontare la questione alla base, educare contro la cultura dell’arma, che ne è la vera causa. La pericolosità delle armi sta soprattutto nella mentalità di chi le impugna, ridurne il numero non necessariamente ridurrebbe anche i morti, ma potrebbe essere un passo avanti.

Detto ciò, ultimamente non sembra esserci alcuna prospettiva di cambiamento sulla questione, e pare anzi che gli americani dovranno tenersi le sparatorie nelle scuole e le altre morti di questo tipo ancora per tanto, troppo tempo.